Giustizia / La sentenza

Vacanza rovinata a causa dell'incidente, ma il risarcimento è solo per i danni al mezzo

L'episodio due anni fa: lungo la A22, all'altezza di San Michele all'Adige, la vettura aveva impattato contro uno pneumatico di un tir finito in mezzo alla carreggiata dopo essere scoppiato. Il giudice ha respinto la richesta dell'automobilista di ottenere dall'autotrasportatore anche 700 euro per il week-end di ferie saltato

TRENTO. L'incidente gli è capitato mentre stava raggiungendo un'amica. La colpa non era stata sua: viaggiando lungo la A22 la sua Volkswagen aveva impattato contro uno pneumatico scoppiato che si trovava in mezzo alla carreggiata, appartenente ad un mezzo pesante. Nessuno si era fatto male, fortunatamente, ma come si può immaginare i danni alla vettura sono stati ingenti.

Fra soccorsi, ricostruzione dell'incidente, verifiche con l'assicurazione (il mezzo pesante aveva targa straniera), la serata è andata persa e con essa tutto il programma del weekend.

Per questo motivo l'automobilista ha chiesto al giudice non solo il risarcimento dei danni al proprio veicolo, pari a 4mila euro, ma anche 700 euro per la vacanza rovinata.

Se sul preventivo del carrozziere e sulle responsabilità dell'autista del tir c'è stato un confronto ma la richiesta dell'automobilista è stata sostanzialmente accolta, sulla domanda relativa al weekend saltato il giudice è stato netto: «Nulla spetta per vacanza rovinata» in quanto l'uomo avrebbe potuto rimediare «ricorrendo a mezzi alternativi».

L'incidente avvenne un sabato di febbraio di due anni fa, tardo pomeriggio, lungo l'Autobrennero, all'altezza di San Michele all'Adige in direzione sud. Il conducente della Volkswagen nulla aveva potuto fare per evitare di centrare l'ostacolo sulla carreggiata, rappresentato da uno pneumatico (posteriore destro) scoppiato al rimorchio di un autoarticolato.

Questo il conto dei danni presentato dall'automobilista alla società a cui apparteneva il tir e all'autista: 4mila euro per i danni alla carrozzeria, 265 euro per il fermo tecnico del mezzo, 200 euro per danno amministrativo e 700 euro per danno da vacanza rovinata. Come si legge nella sentenza era stato lo stesso automobilista ad affermare che «prima del sinistro si stava recando da un'amica per qualche giorno di riposo a cui poi ha rinunciato proprio per l'evento per cui è causa».

Nel risarcimento è intervenuto l'Uci (Ufficio centrale italiano) che è Ufficio nazionale di assicurazione per i veicoli in circolazione internazionale, e che si occupa delle problematiche relative al risarcimento danni causati in Italia da veicoli immatricolati o registrati in Paesi esteri. Per il perito dell'Uci i danni alla vettura erano inferiori alla valutazione presentata dall'automobilista: 2.370 euro a cui aggiungere 350 euro per competenze legali. La somma versata per la sistemazione della Volkswagen era stata trattenuta dal proprietario del mezzo quale acconto, in attesa della decisione del giudice.

A fronte della richiesta del danneggiato di ottenere un'integrazione dell'importo a lui dovuto pari a 2.500 euro, il giudice di pace Antonio Orpello ha valutato che «il risarcimento residuo corretto è ritenuto pari a 1.100 euro per danni materiali, Iva compresa».

«Il preventivo delle voci di danno materiale prodotto - si legge nella sentenza - ha un ragionevole riscontro nelle foto prodotte, nell'annotazione dell'incidente del 23.03.2020 in atti, nel riconoscimento 100% di essi in sede di offerta» ed « esprime adeguatamente la misura del danno effettivo da integrare».

All'automobilista viene riconosciuta anche la somma di 300 euro per il fermo tecnico della vettura per le riparazioni e per l'impossibilità di utilizzare un proprio bene. Nulla invece spetta per la vacanza rovinata. Al danneggiato andranno dunque 1.400 euro, che si aggiungono ai 2.370 euro già versati dalla parte convenuta, condannata anche a pagare le spese di lite.

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