Fusione con Nave San Rocco Zambana perde il marchio degli asparagi: è «Terre d'Adige»

«Il vero asparago bianco a denominazione comunale, con marchio DeCo, non sarà più quello di Zambana, ma di Terre d'Adige. 

Con la fusione tra Nave San Rocco e Zambana, finisce così, in una pacifica e proficua alleanza, la «guerra» dell'asparago che per anni ha visto competere tra loro gli asparagocoltori sotto il campanile dei due paesi. 

Al termine della Festa dell'asparago, che si è conclusa mercoledì con un grande successo di pubblico e quintali di asparagi cucinati in tutte le maniere possibili, il presidente dell'associazione dell'asparago bianco di Zambana, Willy Moser, ha ammesso che dovrà essere ritirato il marchio DeCo Zambana e che la futura amministrazione di Terre d'Adige dovrà rilasciare un nuovo marchio certificato: «Asparago bianco di Terre d'Adige DeCo».

Anche se i «zambanoti» rivendicano da sempre la superiorità dei loro asparagi, dovranno accogliere nella loro associazione gli ex cugini di Nave San Rocco che vorranno aderirvi, ma quest'alleanza non potrà produrre che benefici, secondo il presidente dell'asparago DeCo, Willy Moser : «Una maggiore quantità dei nostri asparagi, sotto il marchio Terre d'Adige DeCo, dovrebbe alzare la richiesta dei mercati. Quest'anno le condizioni meteo hanno influito molto sulla produzione che è scesa del 30% rispetto il 2018: le continue variazioni tra caldo e freddo per tutto il mese di aprile ci hanno fatto perdere circa 200 quintali».

Sui dieci ettari coltivati a Zambana fra associati alla DeCo e gli altri privati, ora dovrebbe unirsi la superficie più o meno simile di Nave San Rocco. A Zambana la zona produttiva di asparagi potrebbe estendersi maggiormente e si calcola una potenzialità di 800 quintali, sempre tra aderenti alla DeCo e non. Anche a Nave San Rocco pare sia possibile ampliare la zona di coltivazione e, in futuro, nulla esclude una potenzialità di 1.500 quintali sull'intero territorio di Terre d'Adige. 

«Bisogna vedere quanti vogliono intraprendere l'asparagocoltura - osserva Moser - poiché non è così facile coltivare quest'ortaggio; una volta raccolto, la vendita deve essere immediata e, peraltro, l'asparago non produce sufficiente reddito per poter campare solo di questo lavoro». 
Le vendite, a proposito, come vanno?
«Quest'anno abbiamo notato che al nostro Punto vendita di Zambana Vecchia abbiamo venduto un buon 20% in più rispetto l'anno scorso. A occhio e croce, posso dire che poco meno della metà dei nostri asparagi certificati DeCo li abbiamo venduti direttamente al Punto vendita, mentre gli altri sono stati acquistati dal settore della ristorazione. Abbiamo pure notato che quest'anno, al Punto vendita, si sono presentati parecchi turisti: toscani, lombardi, emiliani, e questo è di buon auspicio per il futuro perché significa che il nostro asparago inizia a farsi conoscere anche fuori dal Trentino».
Ed aprire un altro Punto vendita?
«Infatti, stiamo pensando di aprirlo a Cadino, sulla statale del Brennero. Inoltre, dobbiamo estendere la collaborazione con il settore della ristorazione e raddoppiando la produzione, sempre che i nostri nuovi concittadini di Nave San Rocco aderiscano alla nostra associazione, potremo promuovere le vendite anche fuori provincia». 
A quanto li vendete al chilo i vostri asparagi DeCo? 
«A nove euro al chilo. Possiamo garantire che il prodotto è stato raccolto al mattino ed è freschissimo, a differenza degli asparagi conservati nelle celle frigo dei negozi».

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