La cultura potrà diventare collante della Val di Cembra

«Cultura deriva da coltivare» e la Valle di Cembra, terra coltivata con caparbietà e dal tessuto associativo ricco, pare essere pronta ad accettare la sfida di rinnovamento che il cambiamento dei tempi non permettono di procrastinare. Con questa premessa che ha consentito di ricordare anche la figura di Italo Piffer, nella duplice veste di vignaiolo d’eccellenza e colonna dell’associazionismo valligiano, recentemente e prematuramente scomparso, Carlo de Giovanelli ha aperto sabato la conferenza «Cantiere Cultura: riflessioni sulla cultura in Valle di Cembra».
La mattinata di lavori è stata anche occasione per riflettere sulla futura prossima apertura del teatro di Cembra  di proprietà parrocchiale ma in gestione al comune.
La prima parte della mattinata ha visto, dopo l’introduzione e i saluti del dott. Martinelli, responsabile del servizio attività culturali della Provincia di Trento, del presidente della Comunità di Valle Simone Santuari, di Armando Benedetti presidente di Vallata del Bim Adige e del padrone di casa il sindaco di Cembra Lisignago, Damiano Zanotelli, gli interventi frontali e di ampio respiro culturale di quattro figure che a diverso titolo collaborano all’arricchimento del panorama culturale trentino: Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele, che ha tenuto una relazione sulla tradizione della Canta dei Mesi, espressione culturale e tradizione del tessuto cembrano; Renzo Fracalossi, drammaturgo ricercatore storico e saggista, che ha sottolineato l’importanza del rapporto fra il teatro e il suo ruolo di raccoglitore e rielaboratore di memorie autentiche; Alberto Tomasi, già dirigente dell’istituto comprensivo di Cembra prima, e del liceo Da Vinci poi, che ha portato la riflessione sul target giovanile e il rapporto con il mondo scolastico. La parte frontale si è conclusa con l’intervento di Tommaso Pasquini, direttore artistico del festival Contavalle, che ha portato la positiva esperienza di autonarrazione del teatro partecipato, fruttuoso progetto portato avanti anche dal Comune di Grumes prima e di Altavalle poi, in seguito alla fusione.
Sotto l’attenta e stimolante moderazione di Livio Fadanelli, la mattinata è proseguita con un ricco dibattito che ha coinvolto il pubblico di cittadini, rappresentanti delle associazioni culturali della valle, amministratori e rappresentanti delle istituzioni locali. La discussione si è concentrata su alcuni nodi importanti come l’auspicio di un maggior coordinamento di Valle nella proposta, nel finanziamento e nel sostegno delle attività culturali; l’interrogativo dolente della sempre più scarsa partecipazione giovanile alle realtà associative e la necessaria riflessione al riguardo.

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