Porfido, ad Albiano crollano occupazione e introiti

di Daniele Ferrari

Un calo di 193 addetti negli ultimi quattro anni (a fine 2015 erano 382), una riduzione dei volumi scavati del 33,7%, e dei canoni versati al comune di Albiano del 32,26%. Questa la difficile situazione del comparto porfido illustrata all’intero consiglio comunale di Albiano dai vertici della Società Gestione Cave (Sogeca), con il presidente Mario Bertolini affiancato dal direttore Lorenzo Stenico.

Una crisi occupazionale e di mercato che si è evidenziata in particolare nell’ultimo quadriennio, con la rinuncia di tre realtà tra le 36 ditte concessionarie attive nei lotti dell’area estrattiva «Monte Gaggio e Santa Colomba» (validità 18 anni sino al 23 agosto 2004 con 30,4 milioni di mc) e del «Monte Gorsa» (validità 15 anni e 8 milioni di mc approvati). Puntuale l’illustrazione dell’attività di progettazione, monitoraggio, controllo e supporto tecnico volta sin dal 2004 da Socega in tutto il distretto del porfido (comuni di Albiano, Lona Lases, Fornace, Baselga, Cembra e Trento). Il direttore Lorenzo Stenico ha inoltre presentato l’azione amministrativa svolta per le ditte nella verifica dei volumi estratti e del calcolo del canone d’affitto, controllando emissioni, polveri e traffico pesante e offrendo consulenza tecnica e sindacale con vari momenti formativi (sull’uso degli esplosivi).

I dati finali hanno evidenziato le difficoltà del settore porfido tra frammentazione e incapacità di avviare innovazione e ricerca di nuovi mercati. Se nel 2010 i volumi di roccia scavati erano stati poco meno di 750 mila mc, ora si è scesi sotto i 500 mila mc (-33,7%), con un calo dei canoni di concessione, che sono passati dai 2,2 milioni di euro nel 2010 agli attuali 1,5 milioni (-32,26%) con 1,25 milioni stimati nel bilancio 2016 di Albiano.

«Il settore vive un momento difficile e di grave calo produttivo ed occupazionale (in 4 anni persi 193 posti di lavoro) - ha commentato l’assessore comunale Giuliano Ravanelli - le ditte locali sono chiamate a trovare nuove sinergie, unendo le forze nella ricerca di lavorazioni e prodotti innovativi e di nuovi sbocchi di mercato». Se già la prossima settimana, come ha confermato la sindaca Erna Pisetta, i comuni del distretto del porfido si incontreranno con l’assessore provinciale Alessandro Olivi per individuare nuove formule e gestioni associate, sembra emergere la necessità di individuare dei lotti comuni ed uniformi (macro-lotti) per ottimizzare investimenti e spese di sfruttamento e gestione. Pochi i commenti degli amministratori sulla recente sentenza del Tar di Trento che ha bocciato l’assegnazione a trattativa privata di un lotto cave, ribadendo il principio dell’asta pubblica (bocciando la delibera assunta dal precedente consiglio il 21 maggio).
Per il rilancio del porfido non servono quindi «scorciatoie», ma importanti politiche e programmi di sviluppo e nuove aggregazioni tra imprenditori del settore.

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