La Corte dei Conti a Cembra Il Comune: «Siamo tranquilli»

Costato 2,4 milioni di euro (e già quasi interamente pagato, da conferma della sindaca Antonietta Nardin, ndr), l’impianto a biomassa realizzato in località Pilai, nella zona della Campagna Rasa, dalla Pyro-Max di Arco, è dunque finito sotto la lente del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, su ordine della Corte dei Conti che vuole vederci chiaro circa la congruità dell’impiego dei soldi pubblici. Il Comune di Cembra per realizzare l’opera si è infatti avvalso di un finanziamento provinciale di 900.000 euro; altri 900.000 euro ce li ha messi il Comune tramite un mutuo del Bim Adige, mentre la ditta aggiudicataria è intervenuta con una compartecipazione pari a 500.000 euro. Martedì in giunta comunale la notizia uscita sull’Adige è stata commentata con pacatezza. «Per quanto ci riguarda siamo assolutamente sereni - commenta la sindaca Antonietta Nardin - ad ognuno il proprio ruolo, noi abbiamo fornito tutta la documentazione richiesta ed ora attendiamo che si concludano le valutazioni».

Proprio qualche giorno fa la sindaca Nardin aveva anticipato al nostro giornale di avere ricevuto la comunicazione di accoglimento della domanda di accesso ai meccanismi di incentivazione delle fonti rinnovabili presentata al Gse (gestore nazionale dei servizi energetici) ancora il 28 maggio 2015. «La prima comunicazione del 19 ottobre scorso, però, conteneva un errore materiale - precisa Nardin - e così soltanto adesso ci è arrivata la comunicazione con la tariffa corretta. Ora si tratta di completare la procedura informatica per il contratto, e di concordare con la ditta l’avvio della produzione di energia elettrica»

Nel frattempo l’impianto ha permesso di scaldare il nuovo polo scolastico, nonché l’edificio delle ex scuole elementari che ospita gli uffici della Comunità di valle, uffici del Telelavoro della Provincia e la sede del Servizio Foreste di zona. «Questione di pochi giorni e verrà collegato anche il municipio, oggi dotato di una caldaia a gasolio risalente agli anni ’80 - annuncia l’assessore ai Lavori pubblici e Ambiente Giovanna Paolazzi - e per quanto riguarda il teatro oratorio manca solo il collegamento interno».  Tutto ciò a smentire le voci, insistenti in paese, secondo le quali l’impianto non avrebbe mai funzionato a dovere. Nardin fornisce anche i quantitativi di cippato acquistato: 180 metri cubi nell’ottobre 2014, 360 in novembre, 700 metri cubi nel gennaio 2015, 3000 metri cubi ordinati in giugno e in consegna in autunno.

«Come già spiegato - continua Nardin - l’impianto non ha come scopo precipuo quello di scaldare gli edifici pubblici, ma di produrre energia elettrica mediante un processo di “pirolisi” originato alla combustione della biomassa. L’energia termica costituisce un surpulus che si consente di avere minori spese, mentre la produzione di energia elettrica ci consente di avere maggiori entrate».
L’impianto, dunque, è in funzione dall’ottobre 2014 per quanto riguarda la produzione di energia termica, ma solo il 13 marzo di quest’anno i lavori sono stati definitivamente conclusi. Prima ancora la fase della progettazione esecutiva - ricorda Nardin - era stata particolarmente gravosa. L’impianto, inizialmente previsto in superficie, è stato interrato (emerge solo in minima parte), su puntuale prescrizione della Commissione tutela del paesaggio della Comunità di valle.

Il «business plan», fatto redigere per avviare l’opera, prevede che il Comune cominci a guadagnare di qui a 7/8 anni, quando con gli introiti dei contributi del Gse, decurtate le spese di funzionamento e di acquisto del cippato, avrà restituito alla ditta la somma anticipata per la realizzazione dell’opera e avrà pagato le rate del mutuo. Fino ad allora risparmierà solo sulle spese di riscaldamento degli edifici pubblici. Il ritardo con cui è arrivata l’ammissione ai meccanismi di incentivazione, spiega Nardin, non comporta alcun danno: «L’incentivo del Gse ha durata ventennale, quindi se parte con novembre 2015 avrà durata fino all’ottobre 2035». E se l’impianto non dovesse funzionare? «La ditta ha fornito idonea fideiussione al Comune in data 20 luglio 2015 - conclude la sindaca - da allora è in cassaforte».

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