Sul San Giovanni i sindaci restano col cerino in mano

MEZZOLOMBARDO - I casi sono due: o i sindaci della Rotaliana non avevano presente il contenuto del protocollo del 2010, oppure le dichiarazioni di soddisfazione rilasciate lunedì sera dopo aver firmato il nuovo protocollo con l’assessore alla sanità Luca Zeni - quello che fissa con ribassi paurosi le nuove competenze dell’ex ospedale San Giovanni - sono state metaforicamente estorte dalla Provincia al grido: «O mangi questa minestra o salti dalla finestra».
Enormi, abissali, quasi antitetiche le differenze fra il contenuto del primo documento firmato dall’allora assessore alla sanità Ugo Rossi e quello siglato cinque anni dopo. Dal sogno di poter riavere a Mezzolombardo un presidio ospedaliero, alla realtà di doversi accontentare di un poliambulatorio, per quanto attrezzato e al passo con i tempi. E questo - come già accaduto peraltro all’indomani della chiusura dell reparto nascita di Borgo -  per unilaterale decisione della parte pattizia più forte: la Provincia.
Di seguito ecco cosa prevedeva nei passi salienti il vecchio protocollo e cosa stabilisce invece quello fresco, fresco di firma.

Ambulatorio medico d’urgenza - Nel 2010 il protocollo firmato dall’allora assessore alla sanità (oggi governatore) Ugo Rossi, tale struttura sembrava un punto fermo addirittura da potenziare: «La funzione attualmente garantita dall’ambulatorio medico d’urgenza e accettazione sarà mantenuta, prevedendo un potenziamento del supporto tecnologico (informatizzazione, trasmissione immagini e referti, telecardiologia, apparecchiature diagnostiche). A regime detto ambulatorio si potrà avvalere inoltre di una diagnostica per immagini ulteriormente potenziata».
Al confronto è laconico per non dire penoso il contenuto del nuovo protocollo: «Si prevede l’eliminazione del punto di primo intervento (ambulatorio medico d’urgenza e accettazione) in quanto non risulta più necessario in base alla nuova programmazione sanitaria».

Radiodiagnostica - A questo proposito ecco cosa recitava il protocollo del 2010: «L’obiettivo condiviso è quello di potenziare il precedente livello di attività prevedendo una maggiore gamma di prestazioni al fine di consentire la fruibilità anche a Mezzolombardo di prestazioni per le quali attualmente i cittadini dovevano recarsi in altre sedi, e che potrebbero costituire un’attrattiva anche per i cittadini di altri distretti». Tristemente scarna come per l’ambulatorio medico d’urgenza la nuovissima versione del documento: «Si prevede l’eliminazione della Radiologia/Radiodiagnostica in quanto non risulta più necessaria in base alla nuova programmazione sanitaria».

Attivita’ chirurgica (chirurgia / ortopedia) - Cinque anni fa almeno l’idea di mantenere a Mezzolombardo qualcosa che avesse la parvenza di un ospedale c’era ancora. Tanto è vero che nel protocollo si leggeva: «L’Azienda sanitaria sarà impegnata a mantenere l’attività di chirurgia (generale e ortopedica) garantita dal personale dell’Ospedale di Trento con adeguate modalità organizzative per assicurare i necessari standard di qualità e sicurezza». Le promesse in genere e quelle dei politici in particolare vanno tuttavia prese con le pinze, sempre. Dell’attività chirurgica propriamente intesa (non quella a livello ambulatoriale), a Mezzolombardo non rimarrà niente di niente. Forse era prevedibile che sarebbe andata così già 5 anni fa, ma perché non dirlo subito invece che illudere la gente? Ah, per la cronaca nel nuovo protocollo della cassazione di questo capitolo nemmeno viene fatta menzione.

Centro per i disturbi del comportamento alimentare - Nel protocollo del 2010 questo doveva essere il nucleo qualificante del nuovo presidio S.Giovanni: «La sede del Centro di riferimento provinciale per i disturbi del comportamento alimentare e le funzioni specialistiche a questo connesse troveranno posto a Mezzolombardo. Il Centro sarà inoltre dotato della funzione Day Hospital oggi assente. Tale centro potrà costituire elemento di attrazione anche di utenza extraprovnciale».
Ebbene, a distanza di 5 anni che rimane di tanta enfasi? Una riga, secca ed inappellabile come una rasoiata alla giugulare: «Si prevede l’eliminazione del Centro per i disturbi del comportamento alimentare».

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