Acqua in val di Cembra

Un libro dove c’è tutto l’amore per la sua terra e l’acqua come elemento di congiunzione di tutta la valle. L’autore è Giuliano Rosa, fautore e presidente per oltre vent’anni del Consorzio di miglioramento fondiario di secondo grado della valle di Cembra, nonché sindaco di Lisignago per tre legislature negli anni ’80 e ’90. Ma, soprattutto, promotore della realizzazione dell’impianto irriguo che ha cambiato radicalmente il sistema agricolo cembrano.
«A causa della difficoltà di accesso ai fondi e della carenza d’acqua, propria della connotazione dei luoghi (presenza di porfido), l’agricoltura andava via via riducendosi e i campi, specie nella bassa valle, stavano lasciando spazio al bosco - ricorda Francesco Cristofori, attuale presidente del Consorzio di valle -. Con l’impianto irriguo Rosa ha portato l’acqua in un territorio vasto; in particolare Giovo, la zona più estesa servita da pozzi, ha avuto un buon incremento. Ma l’impianto ha portato anche alla nascita di nuovi Consorzi, a Segonzano, Valda, Verla - Mosana, e altri». L’opera di irrigazione realizzata in Val di Cembra è stata un evento memorabile.
«Dopo quasi un secolo di innumerevoli tentativi, finalmente anche l’agricoltura della valle di Cembra è stata dotata di un moderno impianto di irrigazione che preleva l’acqua necessaria dal bacino del Lago delle Piazze - scrive Rosa nell’introduzione al volume -. Un’opera che nella sua complessità, interessa quasi mille ettari amministrati da dodici Consorzi di miglioramento fondiario e che, sia per impegno sociale, sia per difficoltà economica, costituisce uno degli interventi di importanza fondamentale realizzati in val di Cembra agli albori del recente secondo millennio». È stato così che, sul finire degli Anni ’90, il territorio agricolo ha cominciato a rifiorire. «Un progetto cofinanziato dalla Comunità Europea - ricorda l’ingegner Andrea Zanetti, progettista e direttore lavori - sono state posate condotte principali per oltre 40 chilometri e realizzati 11 nuovi serbatoi di distribuzione dell’acqua ai vari Consorzi; tutto a goccia, pensato e studiato per il minimo consumo di acqua». Parallelamente Giuliano Rosa ha sviluppato un progetto riguardante le strade rurali, che ha permesso di collegare l’intera valle, a partire da Maso Franch fin oltre Faver, dove è stato realizzato il Ponte della Cantilaga. «È il ponte sull’Avisio appena sotto il castello di Segonzano - spiega Zanetti -, costruito nel punto esatto dove il Dürer si fermò nel suo viaggio in Italia e raffigurò in un acquarello: un fatto ricordato anche in un cippo».
«Rosa ha immaginato per questo manufatto un valore storico, ma ha voluto vedere in quel ponte, che unisce le sponde dell’Avisio, anche un simbolo ideale di unione di tutta la valle - aggiunge Cristofori -. Difatti proprio Rosa ha voluto che su ogni piantone del ponte fosse riportato lo stemma di ciascun comune cembrano».
Il libro «Acqua in val di Cembra» non è solo la storia dell’impianto irriguo. Lo spiega Rosa: «Nato con l’intento di ricordarne i passaggi fondamentali, si è poi ampliato nel corso degli anni, diventando un’occasione per riflettere più compiutamente sul complesso rapporto fra la Val di Cembra e l’acqua. Ho coinvolto altri autori, conoscitori della storia o esperti in geologia e climatologia, che l’hanno arricchito con differenti punti di vista».
Nel libro si parla dell’acqua per l’agricoltura, della viticoltura cembrana, dei vitigni e della ricerca dell’acqua, della storia dei Consorzi, dei Comuni e delle frazioni, ma vi è anche una parte dedicata al clima e all’«acqua, fonte di vita», con contributi di <Elio Antonelli, Yuri Brugnara, Vincenzo Campedel. Il tutto corredato da ricca documentazione fotografica. Il libro esce ora, da una piccola casa editrice di Carano (Tiricreo): un’opera d’attualità che Comunità di valle, Comuni, Consorzi e Apt hanno voluto fortemente.

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