La fusione con Faedo? «Incontra scetticismo»

di Mariano Marinolli

Perché non indire un'assemblea pubblica per discutere della fusione tra i comuni di San Michele e di Faedo? 
Il quesito lo pongono al sindaco di San Michele all'Adige Clelia Sandri e i cinque consiglieri della lista civica «Comunità Unita». Nella loro interrogazione prospettano delle serate informative per spiegare ai cittadini i contenuti della recente riforma istituzionale, ricordando che San Michele ( nella foto il municipio ) e Faedo erogano già diversi servizi comuni ai residenti dei due comuni, come scuole, biblioteca e il palazzetto dello sport intercomunale. 
Da quando la Provincia ha imposto una pesante sforbiciata ai bilanci comunali, per entrambi i comuni la fusione consentirebbe una concreta convenienza, sia per i risparmi sui servizi, sia per una maggior disponibilità di risorse sugli investimenti. San Michele ha sempre valutato favorevolmente l'idea della fusione, ma non è così, invece, per i «cugini» di Faedo. 
«È vero. Già prima della recente riforma della Provincia - asserisce il sindaco di San Michele, Clelia Sandri - la nostra amministrazione, anche nell'ottica di consentire una riduzione di spese, aveva sondato il pensiero del vicino Comune di Faedo in merito ad un'ipotesi di fusione, riscontrando, però, un forte scetticismo. Dopo la riforma istituzionale della Provincia, che ha imposto come obbligatorie le gestioni associate dei servizi per i comuni inferiori a 5.000 abitanti (limite poi ridotto a 3.000 abitanti nel rispetto di livelli e standard di efficienza che dovranno essere fissati dalla stessa Provincia), il Comune di San Michele ha intessuto un ragionamento con il Comune di Faedo, volto appunto ad organizzare le gestioni associate».
Avete ottenuto dei risultati?
«L'ultima riunione tra amministratori e segretari dei due comuni si è tenuta nelle scorse settimane e in quella sede si è di nuovo sollecitato un percorso di fusione per assicurare una razionalizzazione delle risorse pubbliche, una riduzione di costi ed una serie di agevolazioni e trasferimenti da parte di Provincia e Regione che sarebbe un peccato non cogliere».
Faedo, attraverso le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale dal vicesindaco Diego Simoni, ha già detto che i tempi per una fusione sono prematuri. 
«Francamente, come sindaco, penso di essermi già esposta abbastanza con gli amministratori di Faedo. In questo momento mi sento di rispettare e, per un certo senso, comprendere le loro riserve. Non mi pare il caso, come vorrebbe con la sua interrogazione il gruppo di minoranza di San Michele, di insistere e di organizzare un'assemblea pubblica sull'argomento, avente quale unico promotore il Comune di San Michele. Ho un ottimo rapporto con l'attuale amministrazione di Faedo e non voglio di certo intaccarlo con personalismi e iniziative unilaterali».
Voi avete fatto la prima mossa, ma Faedo tentenna a rispondere e, con tutta probabilità, non lo farà. 
«Mi spiace che insieme, sin d'ora, non si possa tracciare un percorso verso la fusione, ma sono consapevole che per unire due soggetti ci debba essere la volontà di entrambi, altrimenti ne uscirebbe un conflitto che non porterebbe a nulla. Concludo con una battuta: forse il gruppo di minoranza questa interrogazione, più che a San Michele, avrebbe dovuto presentarla a Faedo».

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