Fauna / Il caso

Pieve di Bono, un altro cervo investito (e sempre nello stesso punto, stavolta all’alba)

Due donne a bordo di una Alfa Mito non hanno potuto evitare l’animale, che è morto sul colpo. Semidistrutta l’auto, per fortuna nessuna conseguenza per le automobiliste

di Giuliano Beltrami

PIEVE DI BONO. Ancora uno. Cos'altro si può dire? La catena dei cervi investiti si è allungata di un'altra vittima, ieri mattina, lungo la statale del Caffaro.

Per essere esatti, il luogo interessato dall'incidente è la variante di Pieve di Bono aperta tre anni fa per scavalcare i centri di Creto, Strada ed Agrone, nel tratto fra la rotonda per il villaggio di Por e la rotatoria dei forti di Lardaro, là dove la variante si reimmette nella vecchia statale.

Secondo la ricostruzione, la dinamica dell'incidente è semplice, la solita di tutti gli investimenti che si susseguono con drammatica regolarità, con una unica variante: si è svolto alle prime luci dell'alba, non a sera inoltrata.

Verso le 6.30, un'Alfa Romeo Mito con a bordo due signore di Condino, madre e figlia, stava salendo verso Tione, quando dalla boscaglia soprastante è sceso il cervo, che ha tentato l'attraversamento della strada. Nulla ha potuto la signora al volante, che infatti ha investito il cervo, il quale se n'è andato all'altro mondo. Ingenti i danni all'auto, mentre le occupanti sono state protette dagli airbag anteriori, scoppiati entrambi.

Lunga catena, si diceva. Nel tratto della variante non è il primo. Quaranta giorni fa toccò ad un motociclista tedesco imbattersi nell'ungulato di turno con la voglia di attraversare la strada. Anche allora il cervo perse la vita, ma colui che lo aveva investito, essendo su una moto, rovinò a terra e fu accompagnato all'ospedale di Tione con fratture e contusioni.

Ieri mattina a soccorrere le sfortunate signore di Condino sono intervenuti i vigili del fuoco volontari di Pieve di Bono-Prezzo, guidati dal comandante Cesare Balduzzi, e gli uomini della Forestale. Le due (loro malgrado) protagoniste se la sono cavata con un grande e comprensibile spavento per un'avventura che non si sarebbero mai immaginate.

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