Nuovo prezioso allestimento per Sala La Guil a Carisolo: sarà inaugurata oggi

Ha un nuovo allestimento la sala La Guil che si trova a Carisolo, nell’edificio che un tempo ospitava le scuole elementari (via Val Genova n.1). Lo spazio espositivo, progettato dall’architetto Lara Zoccatelli, è stato pensato per mostrare “fatti e leggende della comunità”. La sala è stata allestita per accogliere i visitatori, alle porte del Parco Adamello-Brenta, offrendo loro uno sguardo originale sulla storia della comunità di Carisolo. La narrazione avviene attraverso materiale scritto, disegnato e proiettato, in un insieme accattivante di testimonianze. In tale quadro, l’Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento ha predisposto una vetrina con le monete provenienti dallo scavo della chiesa di Santo Stefano, condotto nel 1991. I reperti, di età medievale e moderna, sono rimasti un vivo ricordo nella comunità, segno tangibile dell’antica vita quotidiana. L’apertura della sala, con il nuovo allestimento è prevista per oggi alle ore 17. Per quanto stabilito dai protocolli di salute e sicurezza per l’emergenza sanitaria ”COVID-19” durante la visita è obbligatorio l’uso della mascherina. L’accesso alla sala sarà contingentato.

Carisolo vanta una lunga storia che affonda le sue radici nel Medioevo come mostra la chiesa di Santo Stefano: qui nel 1991 venne condotta un’indagine archeologica nel corso della quale furono scoperti i resti degli edifici sacri che avevano preceduto l’attuale. Lo studio dei dati ha permesso di riconoscere il nucleo originario del luogo di culto, documentato per la prima volta nel 1244, poi sviluppatosi nelle forme attuali. Fra gli oggetti rinvenuti spiccano 170 monete perdute dai fedeli in un lungo periodo compreso fra l’età medievale e l’età moderna. Due monete romane di IV-V secolo d.C., vanno considerate a sé stanti, perdute in un passaggio dal luogo prima della presenza della chiesa.

In età moderna molti abitanti di Carisolo emigrarono all’estero, in particolare in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Australia dove esercitarono il mestiere di arrotini, spesso con grande perizia e conseguente fortuna.

A partire dagli anni settanta del secolo scorso divenne meta turistica ambita per via degli scorci e del paesaggio offerti dal vicino massiccio dell’Adamello-Brenta e questa vocazione è perdurata fino ad oggi anche grazie alla realizzazione del Parco naturale.

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