Rurale di Pinzolo, torna il sereno

di Jessica Pellegrino

È un bilancio caratterizzato dal segno più quello che, sabato 26 maggio, la Cassa Rurale di Pinzolo presenterà ai suoi soci. Il documento finale, che pareggia in 227.391.069 euro, segna infatti un utile d’esercizio di 564.756 euro, contro un passivo di 5,5 milioni di fine 2016.
 
Una buona notizia che non distoglie però gli amministratori dalle incombenze di fine anno. 
Da una parte le ipotesi attualmente sul tavolo per quanto riguarda le aggregazioni, in un panorama in continuo movimento anche nelle Giudicarie, dall’altra l’entrata a regime, dal 1° gennaio 2019, del nuovo gruppo bancario cooperativo nazionale costituito sotto la guida di Cassa Centrale.
 
«A fare da traino nella ripresa - sottolinea il direttore Gianfranco Salvaterra - è il comparto turistico, nostro riferimento principale, con un’annata da record, ma abbiamo avuto ottimi risultati anche per il settore immobiliare con 320 atti di compravendita, corrispondenti a un volume di affari che si avvicina ai 43 milioni. Inoltre, abbiamo chiuso il capitolo aste con un recupero medio dell’80%». Da segnalare, per il direttore, anche un altro elemento importante: «Le esposizione scadute nette sono diminuite del 95,36%».
 
Quella che verrà presentata sabato prossimo è quindi una Cassa sana con un patrimonio di 27.703.627 euro, in aumento dell’1,86%. Buoni anche i dati relativi alla raccolta complessiva, che si attesta sui 213.643.017 euro, pari al 1,52% in più del 2016. Di questi, 166.881.560 euro derivano dalla raccolta diretta e 46.761.457 da quella indiretta. Importanti anche le ricadute sul territorio: «Abbiamo reinvestito 220.782,96 euro - prosegue Salvaterra - sotto forma di contributi ad associazioni oltre che eventi, workshop e serate organizzate nell’ambito di Rendena Startup».
 
Un occhio di riguardo è andato poi alla sostenibilità economica e all’ottimizzazione dei costi «sul fronte dei costi - spiega il direttore - presentiamo una diminuzione totale del 4,03% dovuto anche alla ristrutturazione e la rivisitazione delle spese del personale, a fronte di alcuni prepensionamenti ed una riorganizzazione interna».
Non manca un accenno alle trattative attualmente sul tavolo in ambito di fusioni «ci stiamo guardando ancora attorno - sottolinea il presidente, Roberto Simoni - perché vogliamo essere una banca forte in grado di garantire un futuro al territorio».
 
Fondamentale, però, non tralasciare un aspetto importante: «Negli anni scorsi - commenta Simoni - abbiamo cercato di mantenere il nostro ruolo sociale sostenendo le nostre imprese e le nostre famiglie. Questo significa che abbiamo voluto dare fiducia anche quando non erano in grado di risanare le situazioni a rischio».
Un compito non semplice perché «da una parte - conclude Salvaterra - dovevamo fare i conti con la normativa, che ci imponeva di fare riferimento solo ai numeri, dall’altra con la base sociale, che al contrario, chiedeva un aiuto nel momento del bisogno. Abbiamo quindi dovuto accantonare dei fondi a copertura di quelle situazioni a rischio, ma la fiducia che abbiamo riposto nei nostri soci, che aveva fatto scattare anche il controllo della vigilanza, è stata ripagata».

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