Funivie Campiglio: «Ampliamento necessario»

di Giorgia Cardini

L’ampliamento del demanio sciistico nell’area compresa tra malga Vagliana, malga Mondifrà e Pradalago è un’ipotesi ritenuta meno difficile, politicamente e ambientalmente, di quella su cui, da oltre dieci anni, le Funivie Madonna di Campiglio spa cercano una breccia: la conca di Serodoli.

La proposta è stata rilanciata con forza sabato scorso dal presidente della spa Sergio Collini, nel capitolo della relazione al bilancio di esercizio che ha voluto leggere avendo di fronte non solo i soci a cui era stata riservata la prima parte della mattinata, ma gli assessori e il presidente della Provincia di Trento. Messaggio forte e chiaro, quello di Collini, partito dalla «ineludibile necessità di dare un miglior servizio alla clientela in termini di minore affollamento delle piste e degli impianti», garantendo quindi maggiore sicurezza e vivibilità.

«Su questo argomento, da tempo abbiamo individuato un possibile ampliamento della zona Serodoli che, oltre a soddisfare le esigenze di ridurre l’affollamento delle piste, offrirebbe una zona sciabile in alta quota, superiore ai 2.500 metri, con maggiore garanzia di presenza di neve e un futuro potenziale collegamento con l’area di di Folgarida-Marilleva, creando un circuito alternativo a quello attraverso Fortini - Pradalago - Genziana - Monte Vigo, spesso congestionato».
Ma siccome sull’area di Serodoli (per la maggior parte classificata come Riserva integrale e Riserva guidata, dove sono presenti habitat considerati prioritari, di interesse europeo), finora c’è stata una chiusura totale da parte di Parco naturale Adamello - Brenta, Provincia e un giudizio di insufficienza (senza lo sconfinamento in Cal di Sole) da parte di Agenda 21 Consulting srl, incaricata tre anni fa dalla Comunità di valle di valutare la proposta, ecco che le Funivie hanno iniziato seriamente a studiare la soluzione Vagliana - Mondifrà - Pradalago, che secondo Collini potrebbe soddisfare due esigenze primarie: «L’ampliamento di circa un 12% del demanio sciabile e un nuovo percorso che collegherebbe l’area del Grostè (nella foto) con quella di Pradalago che offrirebbe, soprattutto per gli sciatori di Pinzolo e Folgarida, un percorso alternativo rispetto al nodo Fortini, oggi fortemente affollato».

Non che qui non vi siano problemi, anche di tutela ambientale, per la presenza di aree umide tutelate: ma le posizioni di Parco (la cui governance è cambiata e pare più propensa a sposare le esigenze di sviluppo locale) e Provincia, sul punto appaiono più morbide. E su questo fanno conto le Funivie.

«Non abbiamo per ora in mente nulla di preciso, circa il tipo di impianti o piste da realizzare - specifica il direttore della spa, Francesco Bosco -, ma abbiamo valutato l’ipotesi di un ampliamento in area Vagliana - Mondifrà - Pradalago perché non ci interessa scatenare la terza guerra mondiale su Serodoli».

Guerra che in realtà si è già scatenata negli anni scorsi, portando in Rendena anche la «bandiera nera di Legambiente. «Ma quello che dev’essere chiaro - continua Bosco - è l’estrema necessità che abbiamo di ampliare il demanio, perché 30 giorni di sovraffollamento sulle piste registrati lo scorso inverno sono troppi e rischiano di farci perdere attrattiva e clientela». Insomma, il messaggio lanciato alla Provincia è: «Senza chiedere mai aiuti, siamo cresciuti e stiamo crescendo ancora molto, sediamoci intorno a un tavolo e ragioniamo. Siamo un’industria che crea occupazione e sviluppo, ma ci sono ancora margini di miglioramento, se pensa che a Campiglio il tasso di occupazione degli alberghi è del 68%, mentre nelle stazioni sciistiche al nostro livello, in Austria e Svizzera, è dell’85-90%».
Ma, se la crescita genera crescita, ci si fermerà mai? «È evidente che ci si dovrà fermare - risponde Bosco -, siamo i primi a capire che oggi non si fa turismo senza un ambiente attrattivo».

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