Prelievi da Sarca e Chiese «Serve subito l'accordo»

L'assessore Mauro Gilmozzi annuncia: si procederà con gradualità ma non si torna indietro

di Denise Rocca

C’è fermento in Giudicarie per salvaguardare la Sarca e il Chiese: la delibera provinciale che diminuisce i rilasci nei fiumi giudicariesi sta incontrando un’opposizione che forse nemmeno la giunta provinciale si attendeva. Dopo l’azione, decisa, delle associazioni di pescatori locali che vorrebbero la salvaguardia massima, quindi lo stralcio della delibera che chiede ancora acqua alle Valli Giudicarie, anche amministratori e portatori di interesse fanno sentire la propria voce. «Se esiste mediazione, ma vedo poco spazio da parte delle Giudicarie in verità - dichiara Gianfranco Pederzolli, presidente del Bim del Sarca - di sicuro l’accordo deve essere modificato, sui deflussi per esempio di deve partire da un valore basso e poi se le condizioni rimangono buone si può anche alzare, non viceversa.

Questo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico gli introiti derivanti da uno sfruttamento delle acque maggiore sono comunque inferiori a quello che il territorio genera grazie alle istanze ambientali, dal turismo, alla pesca, all’acquacultura. Serve una visione diversa, vedremo come andrà nei tavoli convocati dall’assessore».

Fautore con la Comunità di valle di parecchi investimenti in campo turistico che coinvolgono ambiente e acque, è perfino più decisa la posizione di Roberto Failoni, assessore della Comunità delle Giudicarie: «E’ emerso chiarissimo che tute le istituzioni pubbliche e private sono sulla stessa linea, già questo dato deve far riflettere perché non succede sempre. La situazione va ora gestita in modo concertato, un sindaco per ogni ambito giudicariese è già stato nominato e con la Comunità e altre istituzioni siederemo al tavolo con l’assessore. Interessi ampi e vari sono in gioco: l’ambiente, gli aspetti turistici e gli investimenti che la Comunità sta facendo sul mondo ambientale, dal bike alla pesca.

Serve trovare una mediazione il prima possibile perchè il primo marzo è vicino». Severino Papaleoni, neopresidente del Bim del Chiese, si è ritrovato la vicenda sul tavolo: «La questione è molto delicata perchè tocca tanti attori che operano sul fiume, a vario titolo. Penso che adottare gradualità, ricercare un’intesa e perseguire la chiarezza siano i criteri che in questioni così complesse vadano usati. E’ vero ed innegabile che sia sulle sponde del Chiese che del Sarca è alta la sorpresa ed è alta la contrarietà».

Un appello alla mediazione arriva dal consigliere provinciale Mario Tonina: «Ci sono segnali di apertura da parte dell’assessore ? spiega ? spero vengano colti e si arrivi ad un equilibrio fra le istanze, il muro contro muro non porta a risultati quando invece è nell’interesse reciproco lavorare con spirito collaborativo».


 

Nei giorni scorsi sulla questione acqua era intervenuto anche il consigliere provinciale di Forza Italia Giacomo Bezzi che, rivolgendosi all'assessore Mauro Gilmozzi, ha detto che la Provincia deve togliere le mani dall'acqua. E così Bezzi si posiziona sulla stessa linea del Movimento Cinque Stelle. È stato infatti il consigliere Filippo Degasperi il primo a lanciare l'allarme in materai di Deflusso minimo vitale.

L'assessore provinciale Mauro Gilmozzi lunedì - nell'incontro il Bim del Chiese e le Apt d'ambito - ha promesso che si procederà con gradualità ma ha fatto capire che non ci sarà una retromarcia da parte della Provincia.

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