Bondo, Schützen via dalla chiesa

di Giuliano Beltrami

Maledetta pioggia! Ce la possiamo cavare così per l’incidente accaduto a Bondo domenica mattina 6 novembre? Ricordiamo che era in programma la commemorazione dei caduti, che da qualche anno è in capo agli Schützen. Di solito si celebra la messa nella chiesa di Bondo, quindi ci si reca al cimitero monumentale, che custodisce 700 salme di soldati morti sull’Adamello e dintorni, per depositare corone, fare discorsi e sparare salve di fucileria, mentre la Böhmische Judicarien fa squillare i propri ottoni in una serie di inni.

Quest’anno, in più, gli Schützen hanno messo in programma una commemorazione del Kaiser, l’imperatore Francesco Giuseppe, morto a 86 anni giusto un secolo fa. Problema (e qui torniamo all’inizio): se piove, dove si fa la commemorazione storica di Cecco Beppe? «Approfittiamo per farla in chiesa», ha pensato (forse con un pizzico di leggerezza) il comandante della Schützenkomlanie di Rendena Silvano Capella.
Leggerezza, intendiamoci, perché l’ha pensato, certamente in buona fede, e lo ha fatto, senza chiedere autorizzazione al parroco.
Così lo storico Marco Ischia ha raccontato la vita di Franz Josef. E a questo punto scoppia l’incidente: esce dalla sacrestia il parroco, don Celestino Riz, uomo di energia, il quale tuona: «Questo non è il posto per fare comizi». Momento di disorientamento generale. Qualcuno urla «Vergogna!». Qualcun altro paragona don Celestino a Radio Maria.

Incidente grave? Il giorno dopo i due protagonisti fanno a gara per gettare acqua sul fuoco: «Ma sì - commenta Capella - se ci fosse stato bel tempo saremmo andati al Monumento, avremmo fatto tutti i nostri discorsi e non sarebbe successo nulla. Il parroco mi ha detto: "Perché non mi hai chiesto"?. Io ho risposto che l’anno scorso avevo fatto domanda: mica starò lì a farle tutti gli anni!».
«Guarda - sorride don Celestino - si può montare il caso, ma si può anche smontarlo. Capella mi ha chiesto scusa e per me è finita là». Quindi non ha cacciato i mercanti dal tempio, anche perché non c’erano mercanti, nemmeno di idee. «Diciamo - osserva il parroco - che la commemorazione storica si può fare, ma la chiesa non è il posto. Lo storico è partito bene, anticipando che quello non era il luogo opportuno. Peccato che non sia stato conseguente. E’ vero, era brutto tempo, ma a poche decine di metri c’è la sala del Comune, dove potevano riunirsi, senza farla in chiesa, dove peraltro erano riuniti i parrocchiani di Bondo per la messa: ma non c’è stato nessuno strappo».

E’ d’accordo anche Franco Bazzoli, sindaco di Sella Giudicarie, che ha portato (come il senatore Franco Panizza) il saluto dopo la messa, dicendo (come Bertolt Brecht) che nelle guerre non ci sono né vinti, né vincitori e chiedendo condivisione, non divisione. Ha concluso con un richiamo alla memoria ed al fatto che anche da queste parti si è stati profughi. «Il passato non si può cambiare, ma il futuro va costruito insieme».
Insomma, per tornare alla pioggia battente di domenica, pare una tempesta in un bicchier d’acqua.

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