Lago d'Idro, no alla terza galleria

Ambientalisti mobilitati, arriverà la Goletta dei laghi

di Giuliano Beltrami

Sala comunale gremita, martedì 12 luglio a Idro, per la conferenza fra l’Associazione «Amici della terra lago d’Idro valle Sabbia» (rappresentata da Gianluca Bordiga) e Legambiente Lombardia con la presidente Barbara Meggetto. All’ordine del giorno il lago, i problemi antichi e quelli contemporanei, che rischiano di essere peggiori. I problemi antichi. Il lago che bagna Trentino e Bresciano è di origine glaciale, ma dal 1917 è stato trasformato in un serbatoio che si può riempire o svuotare a seconda degli interessi di terzi: gli idroelettrici (principalmente a nord, in Trentino) e gli agricoli (solamente a sud, nel basso Bresciano e nell’alto Mantovano).

In un video di 27 minuti che verrà presto messo in rete il più anziano pescatore del lago, Alberto Bonardi di Anfo, e Gianluca Bordiga illustrano la devastazione subita dal patrimonio ambientale con la gestione artificiale. Basti pensare all’abbassamento della temperatura dovuto all’arrivo dell’acqua in galleria dai 1.900 metri di Bissina (temperatura da ghiacciaio) anziché lungo il corso naturale. Per non parlare del deflusso minimo vitale del Chiese.

I mali contemporanei. Si chiamano terza galleria e savanella. La convinzione dei protezionisti è che i Comuni rivieraschi si siano fatti gabbare dalla Regione Lombardia, che in cambio dell’autorizzazione alla costruzione della terza galleria hanno ricevuto alcuni milioni di euro una tantum. Il progetto nel 2008 fu chiamato «per la valorizzazione del lago»; nel 2011 si chiamò «per la messa in sicurezza del lago»; alla Conferenza dei servizi del 2014 ha preso un nome definitivo ed inquietante: «Nuova diga del lago d’Idro». La Regione prevede la realizzazione di una terza galleria di svaso, lunghezza 1.500 metri, diametro 9 metri, portata massima 320 metri cubi al secondo.

Il tutto per evitare (motivazione ufficiale) ogni possibile emergenza: bombe d’acqua, alluvioni. La savanella: sfruttando un accordo provvisorio del 2002 con la Comunità Montana di valle Sabbia, si pensa di abbassare il livello dell’acqua di 3,25 metri, con la conseguenza di togliere il deflusso minimo vitale all’emissario Chiese. Come fare? Semplice: si scava dentro il letto del fiume un canale profondo circa un metro e mezzo, largo un metro e 80 e lungo circa 300 metri, per poter abbassare il livello del lago 45 centimetri sotto il limite del deflusso minimo verso il Chiese.

«In italiano si chiama grande imbroglio», esclama Bordiga. Da qui è partita l’attività di smontaggio del progetto da parte degli «Amici della terra», attraverso ricorsi al Tribunale superiore delle acque pubbliche, alla Commissione europea, alla Corte dei conti, all’Autorità anti corruzione ed alla Procura della repubblica di Brescia, tutti seguiti da luminari di Brescia, Milano e Roma che offrono la loro attività gratis per la causa. Ora l’Associazione valsabbina e Legambiente Lombardia, si muoveranno insieme su più iniziative partendo da un presupposto: inconcepibile una escursione di 3,25 metri dei livelli. Ricordiamo che le lotte del 2007 sortirono il risultato di un massimo di dislivello di un metro e mezzo, rispettoso del deflusso minimo vitale.

A settembre arriverà in tutti i comuni dell’asta del Chiese (da Valdaone all’ultimo prima della confluenza nell’Oglio) una petizione da portare nei Consigli comunali riguardante il bilancio idrico. Infine Legambiente ha garantito che nel 2017 arriverà sul lago d’Idro la goletta dei laghi, a testimoniare una rinnovata attenzione nei confronti di questo specchio d’acqua dissanguato dagli interessi economici.

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