Tassa di soggiorno, proteste per il raddoppio

Assemblea infuocata all'Apt Terme di Comano Dolomiti di Brenta

Assemblea dei soci dell’Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti di Brenta movimentata dalla discussione sulla tassa di soggiorno e animata dagli ingenti investimenti in campo mediatico, con un’ampia campagna promozionale su radio e tv, che l’ambito ha deciso di intraprendere nei prossimi mesi per lanciare la stagione estiva.

Dopo il saluto della presidente Iva Berasi, e la relazione della direttrice Alessandra Odorizzi, il clima all’assemblea si scalda quando - pur non all’ordine del giorno, ma attesa viste le discussioni, riunioni e incontri delle settimane scorse - si inizia a parlare di tassa di soggiorno su stimolo di una domanda dalla sala.

In sintesi: se la giunta provinciale è arrivata solo qualche giorno fa all’approvazione della tassa, l’Apt locale ha accelerato i tempi approvando già qualche settimana fa un aumento da 0,70 centesimi a 1,50 euro (a persona, al giorno per i primi dieci giorni di vacanza) trasversalmente per tutti gli ambiti, dagli alberghi agli appartamenti.

E questa è la fonte dei malumori e del malcontento della categoria datori di alloggio, la più numerosa all’interno del comparto sociale Apt, che ha fortemente protestato nelle settimane scorse davanti alla prospettiva di un raddoppio della tassa proponendo una soluzione di mediazione di 1 euro. Il consiglio Apt - con una forzatura secondo la categoria datori di alloggio - ha approvato comunque l’importo di 1,50 euro nei giorni scorsi.

Una «questione di fare sistema» per la presidente Iva Berasi; di tutt’altro avviso i datori di alloggio: «Come si possono paragonare gli alberghi che lo fanno professionalmente con personale pagato - una delle argomentazioni - con chi in maniera amatoriale affitta un appartamento? Troppa l’incidenza della tassa per i clienti rispetto ai prezzi medi di chi affitta un alloggio, troppo il carico burocratico che si impone su semplici cittadini che propongono un’offerta importante in termini di numeri ma comunque non professionale».

Diversi gli interventi dalla sala, una discussione lunga e a tratti aspra, che non ha cambiato gli equilibri alla fine: l’Apt non ha fatto nessun passo indietro, supportata da categoria e commercianti che d’altronde la tassa di soggiorno come professionisti la pagavano già, e datori di alloggio che hanno chiuso un’assemblea, nella quale più volte si è parlato di «fare sistema e venirsi incontro», con la spiacevole sensazione di aver subito uno sgambetto e essersi dovuta accollare tutta la fatica dei passi necessari a colmare la distanza di vedute.

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