I tagli arrivano subito, le risposte mai

di Denise Rocca

Ore 10 del mattino: all’ospedale di Tione si leggono stupiti le ultime notizie dai giornali. Il clima è altalenante nei vari reparti, così come a velocità diverse - e quindi a soddisfazioni e serenità diverse - viaggia l’ospedale: c’è rassegnazione in Ginecologia e Ostetricia, dove peraltro un finale diverso dalla chiusura pare non se lo aspettasse più nessuno, nei fatti il reparto è già più chiuso che aperto.

«Non c’è timore per i posti di lavoro, la carenza di personale a Tione è tale che nessuno dovrebbe muoversi dal territorio, anche se il punto nascite dovesse essere chiuso» spiegano i sindacati. Certo è che il morale, professionalmente, è sotto le scarpe: davanti ad utenti poco fiduciosi e competenze svalutate e poco considerate, non parla nessuno perché le direttive dell’azienda sono chiare, ma non occorre troppo per comprendere lo scoraggiamento.

È soprattutto, nel sentore del personale, una storia di potenzialità latenti quella dell’ospedale di Tione, di competenze mediche non sfruttate perché i professionisti non sono messi nelle giuste condizioni di farlo: ortopedia ha un primario di esperienza e competenze, ma determinate operazioni non si possono più fare qui dove il territorio sarebbe altamente vocato, in radiologia una Tac di ultima generazione attende da anni ormai che un medico in più permetta di utilizzarla a pieno regime, medicina e pronto soccorso attendono strutture e personale e intanto chi c’è sopperisce come può.

Con stupore si leggono i giornali, perché nemmeno i vertici erano informati delle dichiarazioni dell’assessore provinciale alla Sanità Luca Zeni. Qui - e non solo in ospedale, ma soprattutto gli amministratori locali impegnati  nelle trattative - si era rimasti che si sarebbe attesa la risposta del Ministero sul punto nascite e nel frattempo era stato aperto un tavolo di concertazione dove stilare un piano di rilancio complessivo dell’ospedale.

Una bozza di documento condiviso c’è, ma non è ancora definitiva e l’uscita di Zeni nel convegno di Riva del Garda ha lasciato stupiti e preoccupati: nel documento si parla di rilancio, chiedendo il completamente del personale - ora sottostimato  in molti settori - un pronto soccorso adeguato e concluso e l’arrivo di specializzazioni per l’ortopedia di una certa importanza. «Sono cose che diciamo da tanto ? spiegano in ospedale ? ma la medicina è fatta di procedure chiare e queste sono solo dichiarazioni generali che di concreto non hanno nulla. Chiudiamo i punti nascita e facciamo i Percorsi nascita, va bene, e quale è la procedura per il personale di reparto che si trovi a gestire un parto d’emergenza? Perché non si eliminiamo mica dal pronto soccorso solo perché ci diciamo che a Tione non nascono più bambini».

Tante teste, davanti ad un assessore che anticipa la decisione del Ministero sui punti nascita periferici tagliandone uno subito, hanno iniziato a farsi qualche domanda: «Se si è chiesta una deroga, che senso ha ora non aspettare la risposta?  Peraltro a diversi punti nascita in Italia questa deroga è stata concessa, cosa fa apparire il caso di Tione così diverso? E perché poi Tione e non Cavalese, Arco o Cles?».

E ad azzardare qualche risposta: «Vuoi vedere che la Provincia ha deciso di chiudere subito perché c’era il rischio che il Ministero decidesse di concedere la deroga a tutti i punti nascita periferici trentini, creando però un bel grattacapo visto che in questo momento la carenza di personale è drammatica e Azienda e Provincia si sarebbero trovati nell’impossibilità di garantirli aperti?».
Troppo stanchi di promesse mai mantenute o dall’occhio lungo, il clima generale fra il personale ospedaliero era tutt’altro che fiducioso all’indomani delle parole dell’assessore, complice l’incertezza che continua a regnare sul futuro: «Si parla di rilancio ? spiegano ? da tanto, ma mai nessuno che spieghi i dettagli? Quanto personale arriverà e con che tempi? Chiudono subito ginecologia e ostetricia, però poi quando è che arrivano anestesisti, radiologi, nuovi medici per le attività da potenziare?»

Domande aperte, e il limbo nel quale ormai da anni l’ospedale di Tione si trova, sta logorando personale e cittadini.

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