Corre perché deve fare la pipì Ma il giudice non annulla la multa

Cara pipì, si potrebbe dire

Cara pipì, si potrebbe dire. Già, perché l’automobilista fermato dagli agenti della polizia locale della Valle del Chiese per eccesso di velocità ha spiegato che doveva correre in bagno. Una «scusa» che non gli ha evitato la sanzione: il giudice di pace di Tione ha infatti respinto il ricorso dell’uomo che, dunque - per quel bisogno impellente - dovrà pagare 169 euro.

Ma ecco i fatti. Nell’aprile del 2015 gli agenti avevano fermato una Fiat Croma condotta da un bresciano di 50 anni che superava i limiti di velocità sulla statale del Caffaro, prima dei supermercati di Cimego. La violazione era stata accertata col telelaser e la fotografia della violazione mostrata subito al trasgressore. L’uomo, che nell’immediatezza del fatto non avrebbe peraltro mostrato di avere alcuna urgenza, ha proposto ricorso davanti al Giudice di pace di Tione di Trento per vedersi annullata la sanzione.

Il conducente ha invocato lo stato di necessità dal momento che si stava recando «presso un supermercato della zona» ed aveva «urgentemente bisogno di andare a fare bisogni biologici». La causa ha fatto il suo corso e il 1 marzo il giudice ha respinto il ricorso, ritenendo che quanto asserito dal ricorrente non fosse una delle cause di esclusione della responsabilità previste dalla legge.

L’uomo dovrà pagare i 169 euro di sanzione, senza beneficiare del 30% di sconto inizialmente previsto. Nel mese scorso, invece, un automobilista - per un fatto simile - si era visto annullare la multa di 821 euro dal giudice di pace di Mezzolombardo: in quel caso, però, il conducente era diabetico. Patologia che spesso si associa alla necessità di urinare di frequente.

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