Cannone in sicurezza

di Jessica Pellegrino

La sicurezza degli escursionisti e la salvaguardia di un bene storico diventato simbolo della Grande Guerra. Questi i due elementi da cui si è sviluppato l’intervento che ha avuto come protagonista il cannone austro-ungarico posto sulla cresta al di sopra del rifugio Carè Alto.
Un’operazione, come sottolinea il sindaco Mauro Chiodega «partita dalla segnalazione di alcuni escursionisti che, in primavera, si sono accorti di un cedimento di parte della piazzola su cui il cannone poggiava».
A confermare la pericolosità della situazione sono stati i primi sopralluoghi effettuati: «il cannone - spiegano i tecnici della Sovrintendenza ai beni storico artistici provinciale - era appeso solo per ad un cordino metallico e la causa, probabilmente, è stata una piccola frana dovuta allo spostamento del ghiacciaio».
Duplici, come aggiunge Chiodega, i rischi: «in primo luogo l’incolumità degli escursionisti e, in secondo luogo, ma non meno importante, la salvaguardia di questo reperto di grande valore». Grazie però all’intervento di una quindicina di volontari tra Sat Carè Alto e Vigili del fuoco di Pelugo, supportati dal nucleo elicotteri dei Vigili del Fuoco di Trento il peggio è stato evitato.
«A seguito dell’intervento - proseguono i tecnici della Sovrintendenza -  il cannone è stato spostato verso l’interno. Dopo averlo fatto ruotare è stato ancorato con delle cordine». Un’operazione questa che dovrebbe permettere al cannone di superare l’inverno che potrebbe però essere ripreso l’anno prossimo.
«La speranza - continua il sindaco - è quella di trovare i fondi per costruire una piazzola che ci permetta di posizionarlo come era originariamente».
Negli anni infatti il cannone si è trasformato in un vero e proprio simbolo per tutti gli appassionati che giungono nei pressi del rifugio «in molti - aggiunge Chiodega - cercando di immortalare la propria escursione proprio con una foto vicino a questo reperto bellico».
Un sentimento condiviso anche dalla sezione Sat Carè Alto: «riteniamo sia doveroso - sottolinea il presidente, Matteo Motter - intervenire per salvaguardare il territorio». Si tratta comunque, come concludono i tecnici della Sovrintendenza «di uno degli episodi che annualmente si verificano a seguito degli spostamenti dei nostri ghiacciai e il monitoraggio della provincia è costante proprio per cercare di limitarne i danni».

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