Storo, Agri 90

L’utile è decisamente più basso di quello dell’anno scorso (da 102.000 a 25.000 euro), ma un motivo c’è, ed è spiegato nella relazione del presidente Vigilio Giovanelli: «Una delle ragioni della diminuzione sta nell’abbassamento del più grosso impegno che la Cooperativa ha in termini di oneri finanziari: il mutuo più importante acceso dalla Cooperativa scende da 743.000 a 622.000 euro». Da aggiungere l’acquisto di un furgone «di cui avevamo urgente bisogno», e l’investimento «per interventi contro la drosofila e per l’acquisto di piantine».

Così Agri 90, la Cooperativa che trasforma il granoturco di Storo e commercializza la farina gialla, oltre ai piccoli frutti, all’uva fraga e agli ortaggi. In realtà il fatturato è in aumento, così come la distribuzione del corrispettivo ai soci conferitori. Il fatturato, che passa da 2.841.000 euro del 2013 a 2.954.000 del 2014, evidenzia un aumento superiore ai 100.000 euro.

Ma la remunerazione ai soci dà il senso vero del ruolo della Cooperativa. Quando nacque, 25 anni fa, come ha spiegato il presidente, «nessuno si sarebbe aspettato che arrivasse a questo punto così in salute». Oggi può permettersi di distribuire ai soci qualcosa come un milione e mezzo di euro all’anno: in aumento rispetto all’anno scorso. Ciò fa dire a buona ragione al presidente: «È da rimarcare un simile dato perché dimostra il valore sociale ed economico della Cooperativa».

In effetti, all’inizio degli anni Novanta la campagna di Storo non era certo quella di adesso: di granoturco se ne producevano poche centinaia di quintali e le fragole erano di là da venire; il resto era fieno. La produzione 2013 si attesta attorno ai 13.000 quintali, eppure il 2013 è stato anche il primo anno della storia della Cooperativa in cui la farina, sul finire dell’estate, si è esaurita.

Come detto, non c’è solo quella, anche se l’oro di Storo fa la parte del leone. Ci sono le patate, in ossequio alla rotazione che porta il granoturco al Bleggio e le patate nel Chiese: nel 2013 la produzione è passata da 8.600 quintali a 14.500.
D’altra parte sono stati estirpati 40 ettari di granoturco nell’ambito della battaglia alla diabrotica, l’insetto che si mangia le radici della pianta.

Per quanto riguarda le altre colture, la produzione di  fragole è passata da 1.700 a 2.100 quintali.  Per i lamponi, invece, «dobbiamo registrare un decremento da 21 a 18 quintali». In compenso, pero, «le more sono cresciute quasi del 10%, passando da 50 a 54 quintali. Il mirtillo è in considerevole aumento: è pressoché raddoppiato infatti in due anni, passando da 14 a 17 quintali nel 2013, per toccare quota 26 quintali nel 2014».

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