Comano Terme, dimissioni Serafini


È giallo sulla lettera di dimissioni che sarebbe stata presentata tre giorni fa dalla presidente del cda dell'Azienda termale Nadia Serafini, e che viene a scuotere la quiete che regna nelle Giudicarie Esteriori attorno alle dinamiche economiche e politiche della valle. Ma, soprattutto quando è coinvolto Comano Terme, parecchie cose covano sotto la superficie. Ed ora la polveriera, sempre pronta ad esplodere, delle Terme di Comano sembra abbia la miccia innescata.

Le dimissioni di Serafini arriverebbero in un momento peculiare, a un mese dalle elezioni amministrative e quindi dalla decadenza dell’assemblea termale e a pochi mesi dallo scadere del suo mandato di presidente. Difficile saperne di più perchè lei non conferma e non smentisce.

Il presidente dell’assemblea termale Alberto Iori, espressione della proprietà, che è pubblica, delle Terme, sostiene che «di protocollato non c’è nessuna lettera di dimissioni formali al momento». Nessun commento sulla fuga di notizie nemmeno da parte dell’assemblea per il momento, ma nessuno degli interpellati smentisce.

Sullo sfondo di questa vicenda due eventi recenti che ruotano attorno all’azienda termale: da una parte una lettera di protesta spedita dalla categoria albergatori ai sindaci delle Giudicarie Esteriori, dall’altra la richiesta fatta dal Cda dell’azienda termale all’assemblea di un’indicazione politica sulla possibilità di inserire un vantaggio competitivo legato ai servizi strettamente termali che derivano dalle Terme per i soci Apt.

Gli albergatori hanno chiesto, minacciando di uscire in blocco dall’Apt Terme di Comano, un maggiore sostegno delle Terme al sistema territorio e dall’altra, con forza, che il Grand Hotel Terme alzi le proprie tariffe evitando una deriva concorrenziale con le altre strutture del teritorio, considerata “sleale” per le stelle che porta.

Due fatti che esprimono un malessere silenzioso ma evidente che circonda le Terme, al quale ora si aggiungono anche le «dimissioni» della presidente del Cda.

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