Marmolada, se il ghiacciaio si scioglie Canazei punta su un Ecomuseo (ma costerà quasi 3 milioni)

Se il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più, tra 25-30 anni o anche meno (l’Adige di martedì), a celebrare la Regina delle Dolomiti sarà molto prima un percorso museale all’aperto. Lo ha concepito l’amministrazione comunale di Canazei, guidata dal sindaco Silvano Parmesani, che il 23 dicembre ha portato in consiglio comunale il progetto per la sua realizzazione, approvato in linea tecnica.
Lo studio, affidato all’architetto Cesare Micheletti di Trento, prevede un costo totale di 2.752.000 euro, di cui 1.860.000 per la realizzazione dei vari percorsi studiati: il finanziamento è stato inserito nel bilancio pluriennale 2019-2021 e nel Dup.
Nella delibera approvata in consiglio si legge: «La Marmolada nel tempo ha rappresentato un luogo di confronto non sempre positivo, a volte anche molto cruento tra visioni opposte: epiche, scientifiche, alpinistiche, politiche, economiche, amministrative. L’insieme di questi contrasti hanno contribuito a costituire l’immaginario attuale della Marmolada come un insieme di luci ed ombre che hanno lentamente logorato la sua immagine, insieme anche al cambiamento climatico che erode la calotta glaciale, la quale caratterizza la parte settentrionale.
Il simbolo della Marmolada, che si manifesta agli occhi di ciascuno in tutta la sua potenza, viene oggi ridotto a un’immagine molto piatta e priva di prospettiva. Occorre quindi contrastare questo appiattimento di valori, che intacca il patrimonio dolomitico, attraverso una “strategia di comunicazione” che permetta di restituire alla popolazione e ai visitatori la giusta dimensione di questa montagna»: questa strategia è un Ecomuseo.
Lo scopo di questo progetto, che prevede il coinvolgimento delle comunità che condividono lo spazio orografico della Marmolada, è la ricostruzione dell’immagine “Marmolada” come emblema delle Dolomiti, restituendole la profondità e la prospettiva che merita. L’Ecomuseo di cui si parla è concepito: come un museo del tempo, dove le conoscenze si estendono e diramano attraverso il passato, vissuto nella comunità per raggiungere il presente; come un museo dello spazio con spazi significativi dove sostare e camminare, che privilegia il linguaggio visivo diretto agli oggetti fisici e delle immagini, nel loro contesto originario e nella loro esposizione al pubblico; infine, come un organismo che si occupa di studiare, conservare e valorizzare e presentare la memoria collettiva di una comunità e del territorio che la ospita.
Il progetto prevede quindi un percorso che permetterà di cogliere le molteplici memorie collettive che hanno costituito l’immagine attuale di questo luogo: un percorso che richiede la sintesi tra gli altri progetti già presenti sul territorio e l’immaginario stratificato, basato su molti tipi di memoria: memorie locali sull’uso degli spazi della montagna (toponomastica e utilizzo rurale, forestale, delle risorse e del suolo); memorie scientifiche (geologia, progetto MUSE); memorie di guerra (Città di ghiaccio, museo Serauta 3200, museo Fedaia, progetto Grande Guerra); memorie alpinistiche (l’alpinismo classico, lo sci, i pionieri del turismo invernale); memorie turistiche (strada delle Dolomiti, i primi viaggiatori, il turismo belle époque, le forme odierne). Il progetto si articola quindi in diversi percorsi: Promenade dell’immaginario (705.000 euro); Immaginario della guerra (37.000 euroo); Immaginario ladino (18.000 euro); Immaginario dell’umanità (75.000 euro); Immaginario turistico (825.000 euro); Immaginario scienza e tecnica (125.000 euro); Immaginario dell’alpinismo (75.000 euro). Alla prossima amministrazione, viste le elezioni comunali ormai vicine, la realizzazione.

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