Sarcine, i proprietari contro la strada

di Stefania Povolo

Non ci stanno a passare per quelli che si oppongono senza alcuna motivazione e solo per partito preso. Sono i proprietari coinvolti nell’annosa vicenda tornata sui banchi del consiglio comunale di Moena nell’ultima assemblea, ovvero la realizzazione di una strada comunale verso la stalla delle Sarcine. Il consiglio comunale ha approvato il progetto che però non convince i proprietari dei terreni.
 
«Peccato che a tutt’oggi stalla Sarcine sia un edificio diroccato e l’utilizzo dei pascoli attorno non abbia mai creato problemi di traffico sull’accesso ad uso agricolo che attraversa gli appezzamenti di nostra proprietà», commenta un portavoce di questi proprietari. L’edificio collocato in località Sarcine è infatti già collegato alla Statale 346 da una strada forestale di collegamento, passante accanto a baite e sopra terreni privati. 
 
Secondo Matteo Defrancesco e i proprietari vicini a lui, il motivo del nuovo accesso dalla strada di San Pellegrino che è ora sottoposto all’iter partecipativo di 30 giorni, è quello di fornire all’azienda agricola Janac, sita poco sotto la stalla, «un’entrata a costo zero per i proprietari, comoda e senza passare per i terreni di proprietà dei famigliari dei Chiocchetti, ma soprattutto nelle giuste tempistiche per evitare l’istanza di annullamento della concessione edilizia deliberata dalla giunta provinciale il 9 aprile 2018 in una mossa quanto meno poco chiara visto che non rispetta le indicazioni prescritte dalla delibera provinciale stessa».
 
Dichiarazioni pesanti, ma comprovate da un tomo importante di documentazioni, frutto di 10 anni di perizie, incontri in tribunale, citazioni e istanze di annullamento. «Questi anni sono stati uno scontro continuo, tra chi vuole tutelate le sue proprietà e chi vorrebbe utilizzare in modo improprio il tracciato già presente. Si è avviata una battaglia legale per ottenere il passaggio coattivo in fase di cantiere, attraverso una causa possessoria a nostro danno, peraltro negata dal tribunale all’azienda agricola».
 
«Dopo un lungo lavoro attraverso le aule di tribunali e di confronto sulle idee possibili, tutte rigettate dalla controparte, ecco che ad aprile anche la giunta provinciale dopo 18 mesi di analisi meticolosa, si è espressa intimando all’azienda agricola dei fratelli Chiocchetti entro 3 mesi di mettersi in regola con un accesso diverso da quello attualmente in uso e di proprietà di terzi, intimando al comune, in caso di decorso infruttuoso, di prevedere questo collegamento subordinandone la realizzazione all’azienda agricola oppure revocare la licenza edilizia come a norma di legge. Ora, tre giorni prima dei termini ultimi di questa prescrizione, ancora nessun tracciato ufficiale da parte dell’azienda agricola, eccetto una strada di pubblica utilità verso la vicina stalla delle Sarcine, proprio entro la scadenza, sulle proprietà e magari a spese di noi contribuenti. Un’ironia amara - aggiunge Defrancesco - visto che abbiamo negli anni potuto raggiungere la suddetta stalla comodamente, su una strada ad uso agricolo già esistente. Perchè un’altra strada verso una stalla diroccata giustificata con la pubblica utilità, se non per favorire gli interessi di un privato che più degli altri alza la voce?».
 
Di certo non rimarranno con le mani in mano la decina di proprietari terrieri coinvolti dagli espropri «quello che personalmente trovo fastidioso - ci confida Matteo - è vedere che si privilegino alcuni cittadini rispetto ad altri, a tal punto da non considerare questa vicenda complessa e lunga 10 anni di cause giuridiche, da tutti i punti di vista delle parti in causa. Triste vedere che per l’ennesima volta siamo costretti a dover battagliare per difendere le nostre proprietà, con il torto che saremo, con questa deviazione sulla strada, ancora di più».

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