L'anno scorso investiti 116 animali

di Mario Felicetti

La seconda parte della sessione forestale presso la sede della Magnifica Comunità di Fiemme è stata riservata alla fauna selvatica di Fiemme e Fassa.
Ne ha parlato, con dovizia di particolari e di dati, l’ispettore forestale Maurizio Poli, ad iniziare dalla consistenza delle varie specie censita l’anno scorso e dagli abbattimenti. Complessivamente, gli animali censiti sono stati 6.242, rispetto ai 6.324 del 2016, e precisamente 909 caprioli (in notevole crescita rispetto ai 721 dell’anno precedente), 1.175 cervi (1.163), 3.444 camosci (3.734 nel 2016, in calo dell’8,39%) e 713 mufloni (706).

Gli abbattimenti sono stati invece rispettivamente 419 (377 nel 2016), 412 (340), 259 (271) e 127 (95). In totale 1.217 su 1.578 assegnazioni.
Da segnalare il considerevole aumento degli investimenti, ben 116 rispetto agli 88 del 2016 (l’anno peggiore è stato comunque il 2009 con 148 capi investiti), 77 dei quali caprioli, 37 cervi, un muflone ed un cinghiale, nessun camoscio.
Sono stati ben 212 (rispetto ai 119 del 2016) i rinvenimenti di animali morti per cause naturali, 110 caprioli, 21 cervi, 53 camosci e 28 mufloni. Per quanto riguarda i tetraonidi, sono stati 31 i capi assegnati (26 fagiani di monte, 5 coturnici, nessuna pernice bianca) rispetto ai 35 dell’anno precedente e 20 gli abbattimenti (19 fagiani e un coturnice), rispetto ai 14 del 2016, tutti fagiani.

Uno spazio particolare è stato riservato al lupo, la cui situazione, ha sottolineato Poli, «dopo i primi danni registrati nel 2016, con le prime predazioni in Val Venegia, Lusia e Gardeccia, l’anno scorso è letteralmente esplosa. A partire dal 16 luglio, sono stati registrati ben 23 episodi di predazioni di animali domestici, con 40 ovi caprini, 10 bovini e un asino, mentre sono stati 97 i capi ovini dispersi proprio a causa della predazione del lupo». Lo scorso dicembre, vicino a Natale, è stata documentata la presenza di un branco di sei lupi nella zona di Canazei, attirati probabilmente dai mufloni che vengono foraggiati vicino ai paesi e che per il lupo costituiscono una preda molto ambita, così come cervi e caprioli che si avvicinano alle stalle (un cervo è stato fotografato il 30 gennaio a Soraga). Due lupi, un maschio ed una femmina, sono stati inoltre avvistati nella bassa Val di Fassa, preludio ovviamente, dopo la stagione degli amori di febbraio, della prossima costituzione di un altro branco.

Una presenza dunque che, ha ribadito l’ispettore, «ci obbliga a cambiare abitudini consolidate, se vogliamo continuare a gestire i nostri pascoli e le nostre malghe».
Servono dunque pascoli custoditi (aspetto che è spesso mancato) e recinzioni elettriche. Tre pastori che le hanno adottate l’anno scorso non hanno registrato danni. Si continuerà dunque anche quest’anno con altre sperimentazioni, in sinergia con la Magnifica e con le Malghe e Pascoli per allestire altri recinti, con pali di 1,40 metri di altezza e cinque fili elettrici, dai quali i lupi stanno solitamente alla larga, proteggendo soprattutto i vitelli, le femmine e gli animali che hanno bisogno di particolare tutela.

«Un enorme lavoro in più - ha commentato Poli - ma necessario se si vuole continuare a gestire la montagna», facendo appello «alla indispensabile collaborazione di tutti». Ultimo aspetto, quello legato al pericolo per l’uomo. «Potenzialmente può esserci - ha precisato - anche se finora non è successo e comunque con il fucile non si risolve il problema, mentre il Ministero ha autorizzato l’utilizzo dei pallini i gomma per garantire un maggiore controllo».

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