Punto nascite: al lavoro per riaprirlo

«Mi sta molto a cuore che gli abitanti della Val di Fassa possano contare su servizi sanitari efficienti, esattamente come chi vive nel capoluogo trentino, ecco perché nel 2018, tra il resto, continueremo a lavorare per la riapertura del punto nascite di Cavalese, così come per soluzioni efficaci sia nel breve, sia nel medio-lungo periodo, nel campo della mobilità e della pianificazione di strutture e servizi utili alla valle. Nondimeno, si renderanno necessarie modifiche allo Statuto del Comun general, in seguito al recente riconoscimento di ente locale, da legge costituzionale, e alla fusione dei comuni di Pozza e Vigo».

Così la procuradora Elena Testor annuncia gli obiettivi prioritari del 2018, in occasione di un bilancio personale del lavoro svolto nel corso del 2017, assieme ai conseieres de procura e al consei general, che è anche opportunità per augurare un sereno 2018 a tutta la popolazione della Val di Fassa.
È stato un anno intenso per l’ente fassano, apertosi con l’attentato incendiario a Soraga e poi l’accoglienza dei richiedenti asilo che in valle ha trovato, nella distribuzione di nuclei familiari nei vari paesi, la soluzione più idonea.

«Questa dislocazione - spiega la procuradora - che abbiamo chiesto espressamente all’assessore Luca Zeni, ha favorito l’integrazione dei rifugiati. Le coppie con figli piccoli che vivono a Canazei, Campitello, Soraga e Moena si sono inserite senza problemi, anche grazie alla loro partecipazione ad attività di volontariato».

Ma la vera questione per il Comun general e i sindaci fassani, è il punto nascite di Cavalese. «Nel 2017 purtroppo abbiamo assistito alla chiusura del punto nascite, ma anche all’impegno del tavolo tecnico per la sua riapertura con la ricerca del personale necessario - pediatri, ginecologi e anestesisti - che rappresentava una criticità. Grazie agli ultimi concorsi e ai professionisti a gettone, ci auguriamo di organizzare lo staff richiesto dal Ministero della Salute e riaprire in primavera». Sempre in tema di salute, ha riscosso successo, incrementando del 5% gli screening mammografici, l’istituzione del «pulmino rosa» che accompagna le donne fassane (della fascia di età cui sono consigliati), ma anche fiemmesi e cembrane, nei centri predisposti di Trento e Rovereto. «Un servizio voluto, in primis, dal Comun General, in collaborazione con l’Azienda sanitaria trentina e Lilt, che ci riempie di soddisfazione».

Sin dall’autunno 2016 - spiega Testor - il Comun general ha lavorato al Fondo strategico territoriale, promosso dalla Provincia con risorse derivanti dagli avanzi di amministrazione dei comuni di Moena e Campitello corrispondenti a 913.554 euro, destinati a diversi lavori.
I progetti approvati a fine anno, e finanziati per complessivi 3.859.000 euro da Trento.

Lo scorso novembre sono stati destinati dalla Provincia anche i fondi al «Piano per gli investimenti per la viabilità 2014-2018», che fra il resto prevede, dall’estate 2018, il completamento della pista ciclabile nel tratto Fontanazzo-Penia e Moena, la rotatoria di San Giovanni e i lavori del ponte di Campitello.
Sul fronte della mobilità, nel 2017 il Tavolo interprovinciale per i passi dolomitici - di cui fanno parte, oltre alle Province di Trento e Bolzano, il Comun Generel de Fascia i comuni di Canazei e Selva Val Gardena, e i vertici di Apt Val di Fassa e delle associazioni turistiche Gardena e Alta Badia - ha promosso l’incremento di corse estive di bus pubblici sul fondovalle e verso i passi, nonché Dolomites Vives, nove eventi a Passo Sella con accesso sostenibile.
Il 4 ottobre, invece, è stata inaugurata ufficialmente a Vigo (ex colonia Piave) la nuova sede dell’Anffas e dei laboratori sociali, dove le attività sono cominciate sin dall’estate, mentre è stato affidato il progetto per il restauro della «Ciasa de la Moniaria» di San Giovanni. «Tra i vari interventi a favore dei nostri ragazzi - dice Testor ? va senz’altro sottolineata l’apertura, con l’avvio dell’anno scolastico, della mensa delle medie di Campitello, per cui ora tutti gli studenti di elementari e medie della valle possono usufruire del servizio».

Il 2017 si è concluso in bellezza per il Comun general, grazie alla modifiche dello Statuto speciale del Trentino-Alto Adige-Südtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina. «Il Comun general ora - conclude la procuradora - rappresenta un unicum in Italia, che ci riempie d’orgoglio e responsabilità. Ringrazio ancora una volta Daniel Alfreider, firmatario del testo, i parlamentari del Trentino Alto Adige e quanti hanno contribuito a questo risultato storico per tutti i ladini».

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