Punto nascite di Cavalese, a settembre non si riapre Senza ginecologi rischia di andarsene il direttore

Il botto, inatteso e preoccupante, è arrivato alla fine del consiglio della Comunità Territoriale di Fiemme, riunito venerdì sera nella sala consiliare del municipio di Carano. Nonostante le assicurazioni anche recenti della riapertura entro l'estate del punto nascite dell'ospedale di Fiemme, perplessità e interrogativi sono stati confermati dal presidente Giovanni Zanon , in risposta ad una puntigliosa serie di richieste di chiarimenti da parte della sindaco di Predazzo Maria Bosin.

«L'anestesia è quasi al completo, la pediatria regge bene, ma mancano i ginecologi» ha precisato Zanon, sottolineando come «in occasione dell'ultimo, recente concorso se ne sono presentati due, entrambi giudicati idonei ma che poi hanno scelto un'altra destinazione. Ho quindi la sensazione che, entro il 30 settembre, il punto nascite non sarà riaperto come speravamo. E la cosa potrebbe determinatore l'abbandono di Cavalese anche da parte del nuovo direttore di pediatria appena entrato in servizio».

Il che vorrebbe dire ovviamente chiudere definitivamente la partita. «Ma come - è sbottata Bosin particolarmente combattiva - a Trento, qualche mese fa, in un incontro con i sindaci, l'assessore Zeni aveva ribadito che gli unici problemi riguardavo i pediatri e le ostetriche e che quello dei ginecologi non si poneva nemmeno, mentre ora sembra essere quello determinante, con la prospettiva di perdere anche i pediatri. Allora come la mettiamo? Occorre assumere una posizione più decisa». Con un affondo anche nei confronti del presidente della Provincia Rossi «che, in maniera inaccettabile, per la difesa dei vitalizi dei politici vuol far valere l'autonomia, mentre per l'ospedale chiama sistematicamente in causa le responsabilità di Roma. Dobbiamo mandare un messaggio forte. E' davvero ora di dire basta».

Zanon, scuro in volto, ha annunciato, in data da stabilire, un prossimo incontro a Predazzo dei consigli della salute di Fiemme e Fassa con l'assessore Zeni. Ma intanto le preoccupazioni e le proteste, dopo un periodo di pausa, sembrano destinate a risalire. Tensione palpabile anche al momento di discutere ed approvare il rendiconto di gestione del 2016, presentato nelle cifre generali da Elisa Sardagna del comitato esecutivo, commentato dal funzionario Michele Tonini e dal vicepresidente Michele Malfer. L'avanzo di 1.811.747 euro relativo agli anni 2015 e 2016 è stato duramente contestato da Maria Bosin e dal sindaco di Ziano Fabio Vanzetta che hanno parlato di «una dispersione di risorse pubbliche bloccate, che provengono dalle tasche dei cittadini ma che non si traducono in una restituzione di servizi. Un utile così alto - hanno ribadito - è un errore, mentre dovrebbe essere impegnato a beneficio soprattutto di persone e famiglie che ne hanno bisogno». Chiedendo «un efficace interessamento politico su questa situazione. Se i fondi si possono spostare - la conclusione - bisogna farlo, magari attraverso una maggiore programmazione, visto che le situazioni di disagio le registriamo quotidianamente». Critica Maria Bosin anche nei confronti dei vari progetti (diritto allo studio, istruzione, scuola e sport, settimane linguistiche con la Bassa Atesina, borse di studio, mense, distretto famiglia, piano giovani di zona, il tema de minori, i nidi per l'infanzia, la colonia estiva) illustrati da Malfer.

«Sono progetti tutti ereditati dalla precedente amministrazione - ha sottolineato - in continuità con quanto si sta facendo da anni. Manca la progettualità, mentre il ruolo della Comunità di Valle dovrebbe essere più concreto. Occorrono iniziative nuove, non continuare solamente sui binari già esistenti». «Sicuramente si può fare di più, ma cerchiamo di risolvere i problemi nel rispetto dei diversi ruoli» la difesa di Michele Malfer , anche lui visibilmente contrariato. Alla fine, 7 i voti favorevoli, astenuti Vanzetta e Bosin. Tanto per confermare il clima, è stato successivamente sospeso, su richiesta di Vanzetta, il punto riguardante l'approvazione degli indirizzi strategici 2018-2020 del Documento Unico di Programmazione (D.U.P.), dopo che il sindaco di Ziano aveva evidenziato la clamorosa diversità dei dati contenuti nella relazione rispetto a quelli del revisore dei conti.

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