Morì ustionata all'ospedale I parenti fanno causa

Nel novembre del 2014 una donna ricoverata nel reparto di medicina dell’ospedale di Cavalese era morta in seguito alle ustioni riportate in seguito ad un incendio, da lei stessa provocate, mentre si trovava legata nel letto.

Un contenimento dovuto al fatto che la signora era stata ricoverata in seguito ad un tentativo di suicidio. Proprio per questo - secondo i famigliari - andava controllata maggiormente.

Ora, a distanza di qualche anno, il marito e altri due parenti stretti, attraverso gli avvocati Alberto Timpone e Alessandro Tonon, hanno avviato una causa civile contro l’Azienda sanitaria. L’obiettivo è far appurare al giudice se ci siano state responsabilità professionali e se così fosse, la richiesta è quella di condannare al risarcimento dei danni subiti.

Già nel 2016 era stata avanzata una richiesta di mediazione ma l’Azienda sanitaria, non ravvisando le basi per poter arrivare ad un accordo, aveva deciso di non partecipare. La procedura giudiziaria è quindi andata avanti e l’udienza è stata fissata per mercoledì prossimo.
La donna, fragile dal punto di vista emotivo, nel corso della notte era riuscita a darsi fuoco nel letto della stanza dove era ricoverata.

 Appena si sono accorti di quanto era accaduto sono intervenuti i sanitari ma le ustioni riportate dalla donna erano state particolarmente gravi. Era stato necessario l’immediato trasferimento al centro grandi ustionati di Genova dove però la donna era giunta già in gravissime condizioni.

I medici non erano riusciti a salvarla ed era spirata pochi giorni dopo.

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