Atti sessuali su disabile Accusato novantenne

L'anziano racconta tutta un'altra storia. Il processo in settembre a Trento

Un novantenne della valle di Fiemme sarà processato per violenza sessuale. L'uomo è accusato di aver palpeggiato nelle parti intime una ragazza, in condizioni di inferiorità psichica e disabile al 100%. L'imputato da parte sua nega fermamente tutte le accuse, pronto ad affrontare i rischi del giudizio pur di far cadere un'imputazione tanto infamante.

Per ora l'unica certezza è che, comunque lo si guardi, si tratta di un procedimento assai delicato. Rimaniamo dunque ai fatti, scarni nella loro crudezza. L'episodio risale al pomeriggio del 10 agosto del 2015. La ragazza quel giorno si trovava al parco giochi che confina con il giardino dell'odierno imputato. Di qui in avanti le versioni rese dalla vittima dei presunti abusi sessuali e dal 90enne differiscono radicalmente.

La ragazza sostiene di essere entrata nel giardino e poi di essere stata indotta a seguire l'anziano proprietario nella legnaia. Gli atti sessuali sarebbero accaduti all'interno del locale. «Presala alle spalle - si legge sul capo di imputazione - mentre con la mano destra la tratteneva impedendole la fuga, con la sinistra la palpeggiava al seno, sulle natiche e sui genitali. Nel contempo la baciava sul collo».

L'assalto sessuale sarebbe durato giusto pochi istanti perché la ragazza avrebbe urlato con tutto il fiato che aveva in gola e, divincolandosi, riuscì infine a fuggire.

L'imputato, difeso dall'avvocato Paolo Corti del Foro di Bolzano, respinge nel modo più assoluto queste accuse. Il legale preferisce non commentare la vicenda, si limita a dire che il suo assistito «è una persona per bene come dimostrano 90 anni di vita irreprensibile». L'anziano sostiene che è stata la ragazza ad entrare nel giardino e poi nella legnaia e di essersi limitato a mandarla via. Nessun toccamento dunque, nessun atto sessuale, ma un invito deciso ad allontanarsi a cui la ragazza avrebbe risposto urlando.

La procura, però, ha dato credito al racconto della ragazza, costituita parte civile attraverso l'avvocato Beppe Pontrelli. Questo perché la vittima avrebbe raccontato con linearità l'accaduto prima ad una vigilessa che si trovava nei pressi del parco giochi e, a distanza di qualche giorno, anche ai carabinieri. Inoltre ci sono le testimonianze di alcuni minorenni che giocavano nel parco e che accorsero appena sentirono le urla della ragazza provenire dalla legnaia. Anche loro confermano gli approcci sessuali. La difesa tuttavia ritiene che queste testimonianze non siano genuine come dimostrerebbero alcune incongruenze nei diversi racconti che descrivono gli atti sessuali in modo diverso.

Sarà il processo in Tribunale a Trento, che si aprirà a settembre, a chiarire i contorni di questa brutta vicenda.

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