«Accordo tra pescatori o ritiriamo la gestione»

Lo scario: dopo 30 anni ancora polemiche

di Mario Felicetti

Non c’è pace nel mondo della pesca della valle di Fiemme. La conferma è arrivata durante l’ultima seduta del Consiglio dei Regolani della Magnifica Comunità quando si è parlato del rinnovo delle concessioni per i prossimi tre anni con le quattro associazioni del nesso comunitario, la Valfiemme (che comprende Predazzo, Ziano, Panchià e Tesero), Moena, Cavalese e Molina, sulle acque di cui la Magnifica vanta i diritti esclusivi di pesca. E a questo punto è scoppiata la polemica tra Filippo Bazzanella, Regolano di Castello/Molina delegato per la gestione delle problematiche del settore, ed il resto del consiglio, per la verità su un aspetto di scarsa rilevanza, che riguardava l’interscambio di dieci uscite annuali, a condizioni di reciprocità, sul territorio di un’altra associazione. In pratica, veniva confermata, come l’anno scorso, la possibilità dei soci di una associazione di poter pescare, per dieci uscite, sul territorio di una delle altre tre.

Solo che le associazioni di Cavalese, Molina e Moena, all’interno del Comitato Pesca, si erano espresse, non si è capito bene per quale ragione, a favore di un numero massimo di cinque uscite, soluzione condivisa da Bazzanella che, nonostante il parere contrario del resto del consiglio, già espresso in una seduta informale, l’ha riproposta giovedì, incontrando per altro il netto diniego degli altri colleghi. A questo punto, lo stesso Bazzanella, che alla fine sul provvedimento si è astenuto, ha annunciato la volontà di rinunciare alle deleghe, poi confermata ieri quando ha ribadito la propria delusione «per la mancanza di dialogo e di mediazione con il resto del consiglio e, forse, anche per il venir meno della fiducia nei miei confronti».

Critiche gli sono state rivolte dal regolano di Varena Mauro Goss («ci sono anche delle proposte non condivise a maggioranza e che vanno accettate») e dal Vicescario Giuseppe Fontanazzi («si sta discutendo di aria fritta, non su una questione di sostanza»), oltre che dallo Scario Giacomo Boninsegna, il quale per altro ha spostato il problema su un secondo aspetto, molto più importante, che riguarda la prospettiva di arrivare entro breve tempo a quella unificazione di valle di cui si parla da anni ma che sembra ancora molto di là da venire. Solo l’Alta Fiemme tre anni fa ha trovato un accordo, creando la «Valfiemme», mentre le altre tre associazioni rimangono convinte del mantenimento di una posizione autonoma.
Ma su questo lo Scario è stato inflessibile. «I problemi - ha detto - ci sono, inutile nasconderlo, ma sono 30 anni che si discute delle stesse cose ed ora, entro la fine del prossimo triennio, ci deve essere l’impegno di arrivare ad un’unica associazione di valle.

In caso contrario, l’alternativa è che sia la Magnifica ad assumersi la gestione diretta della pesca».
Una posizione condivisa dal Vicescario («occorre trovare una soluzione, con la buona volontà di tutti»), dal Regolano di Panchià Renzo Daprà («l’obiettivo deve essere questo, visto che si tratta di un diritto d’uso civico da esercitare su tutto il territorio valligiano») e dai Regolani di Carano Giorgio Ciresa («non si vuole sminuire il valore del volontariato, ma va portato avanti un progetto unitario») e di Tesero Alberto Volcan («bisogna fissare un percorso per portare avanti questo ragionamento»).

Ancora diversa la posizione di Bazzanella, per il quale «la pluralità delle associazioni non è un limite ma una ricchezza e le unificazioni devono nascere dal basso, non essere forzate». Il problema è caldo. Se ne riparlerà sicuramente in tempi brevi.

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