Fassa e Primiero, si uniscono le due Casse rurali

di Giorgia Cardini

Il nome scelto è «Cassa Rurale delle Dolomiti», la sede Moena, la data di avvio è il 1° luglio 2017.
Questo è quanto prevede il protocollo d’intesa firmato dai presidenti della Cassa Rurale Val di Fassa-Agordino, Carlo Vadagnini, e Cassa rurale Valli di Primiero-Vanoi, Maurizio Bonelli, dopo mesi di contatti e approfondimenti per capire con chi andare a fusione, proseguendo quel processo di razionalizzazione delle realtà del credito cooperativo che dovrebbe portare il sistema Trentino ad avere 15 istituti, meno della metà di quelli attuali. 
 
Se fino all’anno scorso, per la Cassa di Fassa-Agordino, era «naturale» l’unione con la Rurale di Fiemme, sia per continguità territoriale sia per omogeneità del contesto economico, i colloqui non sono però mai decollati: «I tempi si facevano lunghi - sintetizza Carlo Vadagnini - così, visto che il nostro contesto e quello di Primiero sono simili e che c’era la volontà dei vicini di compartecipare, ci siamo trovati d’accordo sull’obiettivo finale di dar vita a una Cassa unica dal 1° luglio 2017. Chiaro che ora bisognerà fare un piano industriale per vedere se il tutto sta in piedi, poi dovremo ottenere il via libera della Banca d’Italia e della Provincia di Trento, e infine l’assenso dei soci».
 
Insomma, nonostante il protocollo d’intesa identifichi già punti importanti, l’esito non è del tutto scontato. Anche perché le condizioni di partenza delle due casse rurali sono molto differenti e qualcuno sicuramente manifesterà qualche riserva. La Cassa Rurale Fassa e Agordino aveva chiuso il 2015 con 3 milioni di euro di utile (e Vadagnini anticipa che il 2016 è in linea), in crecita del 26,48% rispetto al 2014. La raccolta complessiva si era attestata a oltre 450 milioni di euro, mentre gli impieghi lordi alla clientela superavano i 348 milioni di euro. Ma un incremento avevano subito anche le partite deteriorate, arrivate a un totale del 22,99% sui crediti lordi. Tuttavia, l’indice di affidabilità della banca aveva raggiunto un elevato 15,99%.
Opposta la situazione della Cassa Rurale di Primiero e Vanoi: pur simile per raccolta totale (416 milioni nel 2015), veniva già da un 2014 nero, ma tra settembre e novembre 2015 l’ispezione da parte di Banca d’Italia si era conclusa con un rapporto che segnalava la necessità di interventi correttivi sui conti. Interventi a rettifica del valore dei crediti deteriorati lordi (pari al 30,26% dell’intero ammontare dei crediti), per 15,5 milioni, che avevano portato nel 2015 a una pesante perdita netta di esercizio pari a 10.804.825 euro e a una riduzione del patrimonio netto a 23,9 milioni, con una diminuzione di 10,7 milioni rispetto il 2014.
Di qui l’urgenza di pensare all’aggregazione con una o più casse rurali limitrofe «per poter garantire - scriveva il Cda nella relazione al bilancio - in tutti i modi nel tempo la continuità aziendale e la presenza di una Cassa Rurale attenta al nostro territorio, alla nostra gente e alla nostra storia». Operazione salvezza, insomma, con «l’ancora» gettata nella solida Val di Fassa.
 
Ora l’unificazione delle due realtà porterebbe a una Cassa Rurale da 737 milioni di raccolta diretta e 161 milioni di euro di raccolta indiretta, il patrimonio sarebbe di 84 milioni di euro e le masse intermediate di 1 miliardo e 530 milioni di euro. I soci sarebbero 8.038, i collaboratori 145 e gli sportelli 23. Moena ospiterebbe la sede, il consiglio di amministrazione sarebbe di nove componenti più il presidente, tutti eletti dall’assemblea generale dei soci, con due  vicepresidenti.

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