I leggendari della Marcialonga

Tra i dieci senatori della Marcialonga di Fiemme e Fassa, ovvero tra gli stoici che hanno effettuato tutte e 43 le edizioni dell’evento fino ad ora proposte e che il 29 gennaio prossimo si prepareranno a dire 44, ci sono due fiemmesi doc, Marco Aurelio Nones di Castello di Fiemme e Luigi Delvai di Carano, uomini dal cuore forte che con le loro gesta rendono onore alla bella vallata fiemmese. I due, assieme ad altri otto atleti, fanno parte del nuovo progetto Marcialonga Legends, che riporterà alla luce alcuni fra i numerosi aneddoti che hanno caratterizzato le vicende dei senatori alla Marcialonga. Nones (Franco), è anche il cognome del primo italiano che vinse alle Olimpiadi nella storia dello sci di fondo, anche lui originario della Val di Fiemme, ma è una pura casualità che lega i due a causa di questo cognome assai diffuso in valle. Marco Aurelio si è cimentato con la sua prima Marcialonga a 22 anni: “Eravamo 1000, un’emozione unica. La Marcialonga è un’emozione, tutti gli anni è uguale, non cala mai e io voglio andare piano per non arrivare stremato, godendomela fino in fondo. Il mio obiettivo è arrivare alla 50.a edizione, se ci riuscirò sarò contento e quando poi non sarò più in grado di farla finalmente me la guarderò, perché non l’ho mai guardata”. Luigi Delvai racconta invece cosa significhi essere fiemmese e far parte di uno dei 10 ‘eletti’ che non hanno mai mancato un’edizione: “Essere della Val di Fiemme, averle fatte tutte ed essere senatore, è motivo di grande orgoglio per me, c’è sempre l’adrenalina pre-gara, tanto da passare la notte prima in bianco. L’edizione che ricordo di più è quella in cui mio figlio mi ha battuto e quando sono arrivato al traguardo mi ha detto che era stufo di sentirsi dire: ‘Guarda che tuo papà è già passato’. Il mio sogno e obiettivo è quello di riuscire a fare la Marcialonga con mio nipote, che è del 2000, quindi manca ancora qualche anno. Siamo una famiglia di fondisti e ogni tanto vengono a chiedermi consigli. Terrò duro finché il fisico me lo permetterà”.

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