Fassa ha bisogno di tre comuni

Dopo la scelta di fusione di Pozza e Vigo, la Procuradora del Comun general de Fascia Elena Testor (nella foto) ribadisce: "Tre comuni per la Val di Fassa". In un comunicato afferma "che l’assetto amministrativo migliore per la valle sia quello con tre comuni, coordinati dal Comun general che ha funzioni politico-amministrative sovraomunali capaci di garantire uguali servizi a tutti i cittadini. I tre comuni sono necessari per gestire un territorio tanto straordinario, dal punto di vista ambientale, quanto complesso, a cominciare dalla presenza di cinque valichi, foreste, pascoli e soprattutto che passa dai 10 mila residenti, della primavera e dell’autunno, alle 70 mila presenze dei periodi di maggiore afflusso turistico”. Elena Testor ritiene che Pozza e Vigo abbiano valide motivazioni per un’unione di cui sottolinea i vantaggi, specie economici, ma anche l’accelerazione dovuta, forse, dai due ambiti definiti dalla Provincia per l’istituzione delle gestioni associate. I prossimi possibili scenari, però, causano un rallentamento alle nuove gestioni. «Senza Pozza e Vigo, si crea una sorta di “frattura” territoriale e funzionale, perciò l’intenzione è lavorare a due ambiti di circa 3200 abitanti ciascuno. Sappiamo che, secondo gli obiettivi di risparmio provinciali, le fusioni tra comuni sono favorite, vorremmo pertanto tracciare una parte di questo percorso con le gestioni associate». Ultima bacchettata, la Procuradora la vuole dare al nome scelto di Fassa-Fascia per la fusione dei due comuni:  "Fassa è un nome in cui tutta la popolazione della valle si riconosce e ritrova la sua identità, appropriarsene sarebbe irrispettoso verso gli altri".

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