Fiemme, allarme Avisio

Lettera all'Appa per chiedere misure urgenti

Si è parlato inevitabilmente anche di pesca giovedì sera, nel corso della seduta del consiglio dei Regolani della Magnifica Comunità di Fiemme, dopo gli allarmi ripetuti dei giorni scorsi che hanno fatto seguito allo svaso del bacino di Pezzè ed alla conseguente invasione di melma lungo tutta l’asta del torrente Avisio fino a Lavis. Il problema è stato ripreso dal Regolano, delegato proprio al settore pesca, Filippo Bazzanella, che ha sottolineato la particolare situazione venutasi a creare, i notevoli danni subiti dal patrimonio ittico e l’allarme generalizzato che ha coinvolto le associazioni pescatori della valle, provocando anche una raccolta di centinaia di firme per una petizione popolare lanciata da Tesero.

Chiedendo quale sia la posizione ufficiale dell’ente valligiano e quindi chiamando direttamente in causa lo Scario Giacomo Boninsegna. Da quest’ultimo (che, durante il dibattito aveva tra l’altro parlato al telefono con il dirigente dell’Hydro Dolomiti Energia, avendo dallo stesso la comunicazione che la fine dello svaso è prevista per questa mattina, sabato 28 maggio) la conferma del pieno interessamento della Comunità per questa vicenda, direttamente seguita passo passo fin dall’inizio. «Lo svaso - ha precisato Boninsegna - avrebbe dovuto essere fatto l’anno scorso, visto che ha cadenza triennale, ma è slittato al 2016 a causa della particolare situazione meteo. Per altro - ha aggiunto - le condizioni per il suo svolgimento sono quelle previste dall’APPA (l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente), che ha dettato le regole, e non dalla Magnifica. Una situazione esistente non da oggi ma da 30 anni. A tutti noi non piace vedere quello che è successo, ma questo è oggi l’unico sistema autorizzato, mentre noi, per quanto ci riguarda, abbiamo chiesto subito di vigilare, anche di notte, perché certe condizioni siano rispettate».

Annunciando una lettera al’Appa, con la richiesta del rilascio di acqua limpida, dopo la fine dello svaso, non per otto ore, come previsto in passato, ma per quattro giorni, in modo da garantire, nel tempo più breve possibile, il ripristino della qualità del torrente, lo Scario chiederà inoltre che venga effettuata una verifica sulle condizioni dell’Avisio dopo quindici giorni, uno e due mesi, riservandosi anche di domandare il risarcimento di eventuali danni riscontrati.

Poi, nel lungo periodo, ci sarà anche la assoluta necessità di trovare altre soluzioni tecniche, intervenendo direttamente a monte del lago di Pezzè per eliminare l’afflusso della melma proveniente dalla valle di Fassa. In che modo (dissabbiatori, sistemi di dragaggio o quant’altro) è un impegno che la stessa Agenzia dovrà accollarsi. Ma la situazione, così come è, non è più accettabile e un’alternativa va trovata. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Regolano di Panchià Renzo Daprà che ha parlato di «danni anche di immagine per la valle» e della assoluta «urgenza di trovare altri sistemi per svuotare il lago, evitando i notevoli danni ittici verificatisi  nei giorni scorsi, attraverso una diversa gestione dell’acqua e magari rivedendo la carta ittica». «Anche l’enorme lavoro di tanti volontari - ha concluso Bazzanella - deve essere tutelato e la normativa va cambiata. In questi giorni, Fiemme, più che una valle viva sembrava moribonda».

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