Cavalese, fusioni

Nessun dubbio sul capoluogo del nuovo comune che nascerà dalla fusione tra Cavalese (4.065 abitanti) e Castello Molina di Fiemme (2.289): sarà Cavalese. Sul nome del nuovo comune, invece, ci sono forti contrarietà. «E a ragione!», sbotta Italo Giordani, storico e profondo conoscitore della storia della valle di Fiemme, autore di una decina di libri, tra cui il più noto è il volume sui processi alle streghe («Processi di stregoneria in valle di Fiemme: 1501,1504 - 1506»).

Professor Giordani perché non le piace «Borghi di Fiemme»?
Non mi va bene, non sta assolutamente in piedi, è la stessa parola «borgo» che non va perché in valle non si è mai usata, se non come villa (intesa come luogo, Ma c’è una notazione ancora più importante... L’unico paese di Fiemme che ha titolo ad essere chiamato «borgo» è Predazzo: l’intitolazione (oggi diremo «cittadina») è avvenuta attorno al 1868, con lettera firmata da Ceco Beppe, l’imperatore d’Austria e Ungheria che governò anche sul Regno Lombardo Veneto.

Quindi?
E, quindi, che scompaia il nome di Cavalese, che è stata storicamente il centro della valle per secoli, mi troverebbe nettamente contrario.

Ma il nome, Cavalese, in sé che origine ha?
Dal punto di vista toponomastico la questione è aperta, in sospeso. La denominazione, però, è documentata dal 1111. Diversamente, il paese di Castello si chiama così, non per un nome suo tipico, ma perché c’era un castello.

Lampante, la «contea di Castello» apparteneva ai conti del Tirolo.
Mainardo vi fece costruire un fortilizio, ma Castello si chiamava già così per via di un castelliere, una costruzione primitiva (villaggio fortificato risalente all’età del Bronzo).

Insomma, se chiedessero un suo parere sul nome del nuovo comune?
Lascerei il nome di Cavalese, punto e basta! Ma faccio un altro riferimento. Sono già avvenuti degli accorpamenti nel corso del tempo in valle di Fiemme. Uno nel 1.810 e fino al 1.817, in epoca napoleonica, quando i paesi di Carano, Varena e Daiano furono accorpati a Cavalese: il nome anche allora rimase Cavalese e basta! Negli stessi anni anche Panchià venne accorpato a Ziano, e il nome rimase Ziano. Ma le stesse identiche cose sono avvenute nel 1927, fino al 1946, stessi accorpamenti, stessa soluzione: Cavalese da una parte, Ziano dall’altra.

Sia in epoca napolenica sia in epoca fascista, dunque, venne mantenuto il nome del paese più importante.
Si potrebbe fare l’obiezione, come si fa con Tesero e Panchià, che meglio sarebbe mantenerli entrambi. Naturalmente lì è più facile, i nomi sono corti e il nuovo comune si chiamerà Tesero - Panchià, e tutti saran contenti. Ma non sarà Panchià - Tesero.

In effetti Cavalese - Castello Molina di Fiemme diventa più difficile sia da pronunciarsi ogni volta sia da trascrivere sui documenti, un romanzo...
Ma questi nuovi nomi che stanno prendendo piede con le fusioni tra comuni non hanno alcun radicamento e alcuni appaiono decisamene fantasiosi: pura invenzione non le pare?
Purtroppo, non hanno nessun fondamento storico e io credo sarà un litigio continuo. Io, però, non capisco. Cavalese andava accorpato nuovamente con Carano, Daiano e Varena. E Castello con Capriana in Valfloriana, come è sempre stato per secoli: formavano una giurisdizione tirolese a se stante dal 1250 al 1807.

Invece, se andrà come pare, Carano, Daiano e Varena rinasceranno come «Ville di Fiemme» e  Cavalese Castello Molina come «Borghi di Fiemme».

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