Forno, paese in lutto per Pio Morto per aiutare la cognata

di Federica Giobbe

È stato un destino crudele, quello che lunedì ha strappato ai suoi cari Pio Degiampietro, il 75enne di Forno di Moena investito da un'auto lungo la statale delle Dolomiti mentre stava cercando di prestare aiuto alle persone coinvolte in un tamponamento.

Un destino crudele, perché tra quelle persone c'era la cognata: per questo Pio - che si trovava al bar gestito dal fratello Fausto e dal nipote Matteo, «Il Giardino» - si era precipitato in strada, venendo poi falciato. Il botto aveva fatto sobblazare i due fratelli all'interno del locale ed entrambi erano usciti a vedere che cosa fosse stato. Poi, la scoperta della presenza a bordo di una delle auto coinvolte, della moglie di Fausto. E l'arrivo di un'altra auto, una Peugeot, che nel buio della sera non ha scorto in tempo la sagoma di Pio.

Grande il dolore in tutta la comunità di Forno, dove il 75enne era molto noto nonostante da anni si fosse trasferito a Caldonazzo: per la sua comunità aveva sempre fatto molto, fino ad impegnarsi in prima persona, qualche lustro fa, in qualità di delegato per il sobborgo in seno all'amministrazione comunale di Moena.

Ed è quasi un'amara beffa dover ricordare - come in paese sanno bene - come proprio negli anni in cui rivestiva quel ruolo, Pio Degiampietro si fosse fortemente battuto per la messa in sicurezza di quel tratto di strada, in cui la statale incrocia l'uscita dal locale da un lato e l'accesso all'abitato di Forno dall'altro. Una questione, come si può leggere nel pezzo a fianco, tuttora aperta e che purtroppo è costata la vita proprio a chi si era impegnato per affrontarla.

La scomparsa di Pio Degiampietro ha suscitato profondo dolore tanto a Forno quanto a Caldonazzo, due comunità in cui il 75enne aveva saputo lasciare il segno, indelebile. «Era un grand'uomo, sempre pronto ad aiutare tutti. Oltre ad essere sempre stato un grande lavoratore è sempre stato ben voluto da tutti», ricordano commossi ed addolorati i figli, Katia, Miriam e Narciso.
«Come 43 anni fa la val di Fassa mi aveva fatto il regalo di farmelo conoscere, così ora se lo è ripreso. Troppo presto», ha ricordato mesta la moglie Elsa.

Dopo una vita come muratore, si era trasferito in Valsugana ma non aveva mai dimenticato il suo paese. A Forno tornava regolarmente, per salutare gli amici, dedicarsi alla cura dell'orto, scambiare due chiacchiere con i compaesani ed il fratello. Sempre pronto a dare una mano, in ogni circostanza. Proprio come l'altro ieri sera, quando se n'è andato, da persona altruista e generosa. Pio se n'è andato complice il buio di una sera d'autunno, senza poter rivedere quelle montagne che tanto amava e che frequentava tanto in estate quanto in inverno, godendone magari con gli sci da fondo ai piedi, altro suo grande amore come testimoniano le sue partecipazioni alla Marcialonga.
Ora la salma riposa alla camera mortuaria del cimitero di Moena. È ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria ma già nelle prossime ore dovrebbe arrivare il nulla osta per la sepoltura: il funerale dovrebbe tenersi venerdì 23, alle 14.30 a Caldonazzo. A seguito degli accertamenti svolti lunedì dai carabinieri, intanto, il conducente della Peugeot è indagato per omicidio colposo.

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