Ferrovia dell'Avisio, «impegni precisi»

Ricordate Metroland? Il grande sogno tecnologico, lanciato prima delle elezioni 2008, di  Lorenzo Dellai  che «sparava» treni a supervelocità nelle valli, prefigurando tunnel chilometrici e investimenti miliardari? Accantonato. Impraticabile. A dirlo - ora che Dellai è onorevole e non più presidente della Provincia, non prima - sono anche i «suoi» assessori in giunta. L'idea di ferrovia, in questo caso di collegamento tra Trento e l'alta val di Fassa, però, non è morta

Ricordate Metroland? Il grande sogno tecnologico, lanciato prima delle elezioni 2008, di  Lorenzo Dellai  che «sparava» treni a supervelocità nelle valli, prefigurando tunnel chilometrici e investimenti miliardari? Accantonato. Impraticabile. A dirlo - ora che Dellai è onorevole e non più presidente della Provincia, non prima - sono anche i «suoi» assessori in giunta. L'idea di ferrovia, in questo caso di collegamento tra Trento e l'alta val di Fassa, però, non è morta. Ed il fatto che la giunta provinciale a guida Pacher, nel piano stralcio della mobilità di Fiemme, abbia previsto un «concorso di idee per l'individuazione della migliore soluzione soluzione tecnico economica per una connessione ferroviaria fra le valli di Cembra, Fiemme e Fassa con la Valle dell'Adige» è lì a dimostrarlo.
 Che ne dice Massimo Girardi, presidente di Transdolomites, l'associazione che da anni va proponendo una ferrovia per le valli dell'Avisio?
 «È positivo» risponde Girardi «il fatto che - Metroland sì, Metroland no - continui a sopravvivere l'idea della ferrovia e venga messa per iscritto in un piano stralcio. Ma attenzione».
 A cosa?
 «Al fatto che per quattro anni abbiamo combattuto per portare avanti un'idea collaborativa di ferrovia in grado di dare un'interpretazione a Metroland, ma in tutto questo tempo dalla Provincia, da qualche membro della giunta provinciale, ci sono stati messi i bastoni tra le ruote. L'ordine di scuderia era preciso: sì a Metroland, no all'ipotesi di Transdolomites».
 E così si è perso tempo prezioso?
 «Sì. Perché noi abbiamo sempre detto: Metroland è un concetto, un'idea bellissima, che però va intepretata e modellata al terrirorio, in un'ottica di servizio alle valli non di opera faraonica. Forse, i politici che fin qui hanno sostenuto Metroland e ora lo rinnegano, non erano tanto convinti dell'idea...».
 L'impegno per la ferrovia, comunque, è nero su bianco?
 «Bene, purché non sia una  boutade  preelettorale. Non si può non tenere conto di anni di lavoro e proposte di soluzione, come quella che il Bim Adige - Vallata dell'Avisio, si appresta a valutare attraverso una studio puntuale dell'Università di Verona che migliora l'ipotesi originaria della Qnex. Questa, per ora, è l'unica certezza che abbiamo. Ovviamente lo studio del Bim non sarà sufficiente per arrivare al progetto definitivo: in questo senso è positivo che intervenga la Provincia, come per la Rovereto-Riva-Arco. L'importante è che procedere con nuovi studi non porti ad insabbiare tutto. Sul tema mobilità non c'è tempo da perdere. Si porti intanto a compimento lo studio del Bim».
 Quale sarà la prossima iniziativa di Transdolomites?
 «Continueremo a fare da traino. Il 12 agosto, a Trento, presenteremo i primi fotomontaggi-manifesti della nuova ferrovia dell'Avisio nei suoi punti stragegici. Da lì ci attiveremo per porre al centro della campagna elettorale il tema della mobilità e della ferrovia, su cui vanno chiesti impegni precisi a chi si candida. È tutto interesse della Provincia riaprire la partita della mobilità ferroviaria, anche a fini turistici».  Do. S.

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