Trichiana, il paesino bellunese primatista in ministri: qui sono nati Daniele Franco (economia) e Federico D'Incà (Parlamento)

Poco più di 4.000 abitanti e due ministri.

Trichiana, ora frazione del comune da poco aggregato di Borgo Valbelluna (in provincia di Belluno) è l’abitato con la più alta concentrazione ministeriale d’Italia.

Di Trichiana sono originari sia Daniele Franco, ministro incaricato dell’economia, sia Federico D’Incà, confermato ai rapporti con il Parlamento.

Solo D’Incà però ha ancora la residenza nel Bellunese, dove svolgeva le proprie attività, prima dell'elezione in Parlamento, nel 2013. D'Incà, peraltro, è anche un amico del Trentino, non solo per la vicinanza fra le due province dolomitiche "cugine": ha studiato e si è laureato in economia nella facoltà di via Inama.

Daniele Franco a Trichiana è nato il 7 giugno 1953: del piccolo paese era originaria la mamma Firmina, poi la famiglia si spostò a Belluno, nel quartiere residenziale di Mussoi. Il papà, geometra, lavorava in città, all'ufficio del catasto. L'università a Padova ei successivi step accademici, prima, e professionali, poi, lo hanno portato presto lontano dalle sue montagna, che però ama tanto e alle quali ritorna regolarmente.

Fino al 2018 Trichiana era comune autonomo. Dal 2019 con Mel e Lentiai è entrata a far parte del nuovo comune di Borgo Valbelluna, che si trova nella Sinistra Piave, lungo l'ampia vallata verde che unisce le due città principali della provincia dolomitica, il capoluogo Belluno e Feltre.


CHI È DANIELE FRANCO

Per Daniele Franco, il neo ministro dell’Economia e Finanze, l’ingresso nel governo che lo porterà a varcare il portone di via XX settembre rappresenta un «ritorno».

Esperto di conti pubblici, attuale direttore generale di Bankitalia, è stato Ragioniere Generale dello Stato, un ruolo dal quale ha svolto un ruolo di garanzia. Il suo curriculum garantisce a Draghi  competenza e rigore professionale, e conoscenza capillare dei meandri e dei meccanismi del bilancio pubblico e di una pubblica amministrazione da semplificare.

Ma è innegabile che l’arrivo di Franco, un uomo sempre cortese, pacato e attento a mantenere un basso profilo, segna in qualche modo un ‘tornantè culturale: la rivincita dei ‘tecnicì dopo la lunga stagione, seguita al Governo Monti, in cui la parola d’ordine della politica era, appunto, il ‘primato della politicà. Una rivincita di alcune istituzioni, a partire dalla Banca d’Italia, da sempre risorsa  di uomini ‘riserve della Repubblicà pronte a venire in soccorso quando la politica va in tilt.



E la rivincita personale di Franco, suo malgrado al centro di un tourbillon politico che, a cavallo fra il 2018 e 2019, lo vide lasciare con amarezza la carica di Ragioniere generale dello Stato quando un messaggio privato dell’allora portavoce del premier Conte finì sui giornali esponendolo ad accuse insultanti. Quando la sua Ragioneria, cane da guardia di saldi e coperture finanziarie, vide incrinarsi il rapporto col Governo gialloverde ansioso della ‘bollinaturà, e l’allora vicepremier Luigi dichiarò a suo proposito «non dico che non mi fido ma non è nemmeno il mio migliore amico» sottolineando, appunto, il «primato della politica».

L’esperienza di Franco, è a tutto tondo: dopo la laurea, master in economia in Gran Bretagna, poi una carriera, scandita da incarichi accademici, fra Bankitalia, dagli esordi dopo la laurea al rientro con Draghi Governatore, la Commissione europea dove è advisor della DG  Affari economici, la collaborazione con la Bce. Fino alla nomina a Ragioniere generale dello Stato, nel 2013, e nel 2019 l’arrivo ai vertici di Bankitalia e, dal 2020, la nomina a numero due del Governatore e la presidenza dell’Ivass.

Le sue idee il potenziale ministro dell’Economia o sottosegretario a Palazzo Chigi le ha ribadite in un intervento alla Giornata mondiale del risparmio, lo scorso novembre.

Un’Italia che già «fatica strutturalmente a crescere» colpita duramente - specie nei settori come turismo o ristorazione - da una pandemia in cui «è difficile rovesciare le aspettative» perché il problema sono i contagi. Con un debito pubblico che andrà ridotto con «molta continuità» perché gli interventi della Bce non dureranno per sempre. E una crescita da recuperare puntando su giovani, istruzione, investimenti, innovazione: un programma tagliato apposta per l’esecutivo Draghi.


CHI È FEDERICO D'INCÀ

Federico D’Incà è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento del Governo Conte dal 5 settembre 2019.

È nato a Belluno nel 1976. È sposato con Laura e ha una figlia.

Si è laureato in economia all’Università di Trento e ha lavorato in qualità di analista di sistemi di gestione informatica presso una società privata. In precedenza è stato caposettore in un’azienda di grande distribuzione organizzata e responsabile sistema qualità in una realtà di robotica e automazione.

Dal 2010 è diventato attivista del Movimento 5 Stelle.

Nel 2013 si è candidato con il Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche ed è stato eletto deputato nella circoscrizione VIII Veneto 2.

È stato prima capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati e, successivamente, presidente del gruppo parlamentare.

Nel 2016 ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Commissione Parlamentare di inchiesta per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Nel 2018 è stato rieletto con il Movimento 5 Stelle e, nel mese di giugno dello stesso anno, è stato nominato Questore della Camera dei deputati, incarico ricoperto fino a settembre 2019.

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