Agordo, salta il dialogo con l'imam dopo l'anatema di Salvini in Fb

Polemiche all'istituto Pertile di Agordo (Belluno)

«Un imam a dare lezione ai bimbi di una scuola media! Accadrà l'8 marzo all'istituto Pertile di Agordo (Belluno), proprio nei giorni in cui nel Nordest vengono arrestati e indagati alcuni islamici, accusati di arruolare e predicare per i terroristi. Molti genitori protestano, ma la scuola tira dritto. Ma che testa hanno alcuni "educatori"? Quanti missionari cristiani danno lezione nei Paesi islamici? Per informazioni il telefono della "scuola della pace" è 0437 62063».

Questo post velenoso e fuorviante del segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha fatto finire nel mirino delle proteste la scuola media di Agordo, che dopo questo attacco dell'estrema destra, con tanto di diffusione del numero di telefono quale eloquente invito all'azione, ha cominciato a ricevere telefonate da varie parti d'Italia, con contenuti anche ingiuriosi.

Il clima si è surriscaldato al punto che, di concerto con il corpo docente e con lo stesso imam, il dirigente scolastico trentino Bernardino Chiocchetti (di Moena) ha preso la dolorosa decisione di cancellare l'incontro, che era stato proposto e approvato fin da settembre, in un'ottica di dialogo interreligioso, nell'ambito di un progetto didattico di educazione alla mondialità, alla tolleranza e alla nonviolenza.

Algerino, l'imam Kamel Layachi, già responsabile della Comunità islamica del Triveneto, è attivo a vari livelli sul fronte del dialogo religioso e della promozione di una cultura di pace: i suoi interventi nelle scuole sono già stati numerosi, così come i riconoscimenti ricevuti per questa attività di «costruttore di ponti».

Ma in questo caso la notizia dell'iiniziativa è arrivata all'orecchio del leader leghista, sempre attento a utilizzare gli episodi per il marketing del consenso elettorale. Salvini ha fatto così da gran cassa alle critiche che avevano manifestato l'assessora regionale alla formazione Elena Donazzan (Forza Italia, proveniente dalla destra del Msi), che minacciava ispezioni ad Agordo, e un senatore veneto di Fi, Giovanni Piccoli, che si lamentava.

Nella vicenda di Agordo, dove peraltro in loco si erano registrate solo le perplessità espresse in via informale da qualche genitore, in seguito all'iniziativa di protesta «a distanza» la maggioranza degli studenti, favorevole al confronto, sarà privata di una significativa opportunità culturale, nella quale fra l'altro l'imam sarebbe stato affiancato dall'insegnante di religione cattolica e alla quale chi non lo avesse desiderasso avrebbe potuto sottrarsi.

Comprensibilmente, a scuola, fra telefonate di insulti e interessamento delle forze dell'ordine, hanno concluso che il clima si è guastato e che l'incontro di martedì prossimo non avrebbe potuto svolgersi con la necessaria serenità.

Compresibile, certo; ma in questo modo l'hanno avuta vinta quelli che lanciano anatemi nei social network e quelli che fanno telefonate di cattivo gusto.

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