Emigranti trentini e bellunesi morti a Mattmark nel 1965: mostra e film

La tragedia avvenne il 30 agosto del 1965: una valanga dal ghiacciaio Allalin, in Svizzera, travolse il cantiere della Electrowatt, a Mattmark, cantone Vallese. Morirono 88 lavoratori che erano impegnati nella costruzione di una diga: 58 delle vittime erano italiane e di loro anche 22 figli delle Dolomiti, cinque trentini e 17 bellunesi. La giustizia svizzera mandò assolti tutti gli imputati: quei morti andavano addebitati solo al destino cieco.

Nel cinquantenario, le associazioni degli emigranti delle due province si sono unite nel ricordo degli sfortunati fratelli uccisi mezzo secolo fa dalla slavina di neve e pietre. Redentemente Trentini nel mondo e Bellunesi nel mondo (Abm) hanno partecipato a Sagron Mis, comune di confine dove nacque una delle vittime, a una serata che ha visto anche la proiezione dell'ottimo documentario «Mattmark. Neve e ghiaccio», diretto da Marco Tagliabue e prodotto dalla televisione pubblica svizzera Rtsi.

Il documentario, girato anche nel Bellunese, alterna le storie di superstiti e familiari delle vittime, tra Italia e Svizzera, ponendo la luce sulle responsabilità dell’accaduto.

E nei giorni scorsi, a palazzo Trentini, a Trento, è stata aperta la mostra fotografica «Mattmark. Tragedia nella montagna», dedicata alla memoria dei cinque trentini uccisi dalla valanga: Primo Appoloni (di Pieve di Bono), Ferdinando Degara (da Tiarno di Sotto), Costante Remon e Ottorino Daldon (di Sagron Mis), Gino Furletti (da Riva del Garda). Nel percorso visivo della mostra oltre ai 40 scatti di cronaca, sono riproposte anche le pagine dei giornali di allora e la prima pagina del mensile Trentini nel mondo, uscito nell’ottobre di quel 1965.

A promuovere la mostra è stata la presidenza del Consiglio provinciale di Trento in collaborazione con l’associazione Trentini nel mondo. Presentando la rassegna, il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, ha affermato che la tragedia di Mattmark rappresenta un episodio, al pari di quello nella miniera belga di Marcinelle, che ha segnato la storia dell’emigrazione italiana in Europa.

A Sagron Mis, il 29 maggio scorso, Trentini nel mondo e Bellunesi nel mondo hanno invitato la popolazione nella sala dei vigili del fuoco, per la proiezione del documentario svizzero, in una serata dedicata anche alla memoria di Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea morti nel 2009 nel disastro aereo del volo Air France Rio de Janeiro-Parigi.

Così come le cinque vittime trentine della tragedia di cinquant’anni fa, anche i 17 bellunesi morti arrivavano da vallate diverse della provincia dolomitica: Cadore, Alpago, Feltrino, Valbelluna, valle del Mis.

«Il compito della trentini nel mondo è di vivere anche nel territorio e nelle comunità del trentino mantenendo viva la storia della nostra emigrazione fatta di momenti belli, ma anche dolorosi», ha detto il vicepresidente, Cesare Ciola.

Per parte sua, la vicepresidente di Bellunesi nel mondo, Patrizia Burigo, ha sottolineato: «La nostra associazione si è costituita nel 1966 come conseguenza della tragedia di Mattmark. Mattmark è nel nostro cuore ed era doveroso commemorare questo cinquantesimo con diverse iniziative che andremo a realizzare tra la provincia di Belluno e la Svizzera nel corso del 2015».

A Sagron Mis sono state presentate anche alcune delle video-interviste curate da Simone Tormen, che ha incontrato superstiti e testimoni, fra i quali Ettore Daldon, Egidio Broch ed Erminio Salvadori, tutti del paese trentino.

Il docufilm di Marco Tagliabue sarà proiettato nuovamente a Belluno, sabato 3 luglio, alle 20.30, in città, nella sala Bianchi di viale Fantuzzi.

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