Arco, per il punto nascite nuovi criteri di deroga

Si è svolto iieri l’incontro tra il «Comitato salviamo il punto nascite di Arco. Salviamo il diritto alla salute» e il sottosegretario alla Sanità con delega sui punti nascite Maurizio Fugatti, congiuntamente all’onorevole Vanessa Cattoi in merito alla situazione dell’ospedale di Arco, specificatamente al punto nascite ma non solo.
«È stato un incontro serio, approfondito e cordiale - scrivono i referenti del Comitato altogardfesano - nel quale sono stati sviscerati tutti i temi proposti per capire e valutare l’opportunità e la possibilità di una nuova richiesta di deroga a Roma.
Nell’ambito del confronto è emersa, da parte dell’onorevole Fugatti la volontà di prendere in esame e rivedere gli attuali criteri per la concessione delle deroghe inserendo nuovi possibili protocolli. Il tutto a partire in primis dai 500 parti minimi calcolati in una situazione di crescita demografica diversa da quella attuale, così come l’ampiezza del bacino d’utenza e le distanze reali in termini di tempo per il raggiungimento dell’ospedale, attrezzato con sala parto, più vicino. Rimane il fatto che per rispetto dell’Autonomia speciale del Trentino, la domanda di deroga va fatta esclusivamente dalla Provincia. Tuttavia, a quanto affermato, fatte salve tutte le condizioni di sicurezza, a partire dalla presenza dei medici necessari H24, nulla potrebbe vietare al Trentino e quindi anche per Arco, di fare come il Veneto dove, a fronte di deroghe non ottenute si sta ancora chiedendo il mantenimento dei punti nascita ottenendo, in questa fase, un’attenta considerazione da parte del Ministero.
È emerso inoltre come la situazione di Arco sia stata gestita da una chiara volontà politica, avviata già negli scorsi anni, che ha portato allo smantellamento delle sale operatorie a favore della sola Pma».
Il Comitato ha evidenziato come «con un’intelligente e lungimirante politica sanitaria, si potrebbe creare in Alto Garda un centro specializzato che con un percorso nascite completo, inclusa la Pma, potrebbe fornire un servizio di eccellenza anche a territori esterni al Trentino».
Il discorso si è poi ampliato toccando i numerosi aspetti critici della sanità in Alto Garda Ledro, dalla situazione del pronto soccorso, alle situazione delle guardie mediche dove - dice il Comitato - «appare sempre più evidente la necessità di includere una visione più ampia, non dimenticando la garanzia dei servizi nelle valli anche, e non solo, a giustificazione di una autonomia che proprio grazie alla particolarità del suo territorio ha ragione di essere».

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