Punto nascite, ecco il comitato Garda Ledro Giudicarie

Si chiama «Salviamo il Punto nascite dell’ospedale di Arco e le Guardie mediche-Salviamo il diritto alla salute»

di Paola Malcotti

È uno dei luoghi di transito delle cicogne - fin dall’antichità animale-simbolo di prosperità e nuova vita - ma anche il punto più estremo di tutto il territorio dell’Alto Garda e Ledro e di contatto con le Giudicarie. Ecco perché il biotopo dell’Ampola è stato scelto quale sito ideale in cui presentare il comitato «Salviamo il Punto nascite dell’ospedale di Arco e le Guardie mediche-Salviamo il diritto alla salute», istituito ufficialmente in questi giorni per dar voce al disagio e alla preoccupazione della popolazione sul tema della salute.

«Il gruppo si è formato per dare continuità alle iniziative avviate finora e offrire una cornice formale a questo stato di malessere - ha spiegato il presidente Stefano Santorum - la chiusura del punto nascite di Arco non mette infatti la parola fine alla battaglia ma rappresenta l’inizio della nostra lotta per la sua riapertura».

«Non servono la voce grossa, le parole forti o le offese - ha aggiunto Franca Bazzanella - bensì consapevolezza, obiettivi precisi, ragionati e condivisi, fermezza e determinazione. I fatti degli ultimi giorni, riportati dalla stampa locale, hanno evidenziato molte delle criticità già annunciate. Prima tra tutte, quella legata alla difficile viabilità, che ha posto in evidenza la gravità della situazione e messo a dura prova la paventata sicurezza presa a pretesto dalla Provincia per far chiudere il presidio». Ma non solo.

«La situazione relativa ai presidi di guardia medica è altrettanto preoccupante - continua Bazzanella - perché a fronte di un risibile risparmio economico si verranno a creare disagi alla cittadinanza, con ulteriori aggravi al carico di lavoro del pronto soccorso, nei mesi estivi già al massimo delle sue funzionalità, facendo così venir meno uno dei principi sanciti dalla Costituzione - quello all’articolo 32, sulla salute quale “fondamentale diritto dell’individuo e della collettività”. Ecco perché la coscienza civile ha acceso in noi la consapevolezza che soluzioni imposte, mal ragionate e senza reali prospettive, altro non possono fare che penalizzare il vivere della nostra zona».

Ventuno i primi iscritti, tra consiglieri dei vari Comuni dell’Alto Garda e Ledro, della Comunità di valle, rappresentanti di forze politiche e di associazioni di tutela dei cittadini, come le Acli, che aprono ora le porte del neonato Comitato sia alla comunità locale, sia a quella dei territori limitrofi, come Limone, Tremosine, Tignale, Malcesine, Brenzone, Storo - che sul presidio ospedaliero altogardesano hanno sempre fatto riferimento. «È importante che i cittadini siano coinvolti in questa iniziativa - ha sottolineato Santorum - e facciano sentire la loro voce. La politica fatta a tavolino, che si avvale di numeri e dati solo in base alla convenienza del caso, non può esimersi dall’ascoltare la volontà della gente. Questa non è la salute che vogliamo!».

«Quello della nascita di un figlio è uno dei momenti più belli e delicati della vita di un genitore - ha concluso Anna Maria Santolini - un padre il ha diritto di assistere al parto: non è concepibile che una madre debba essere lasciata sola, in elicottero o ambulanza, e vivere questo momento in solitudine. Ci auguriamo che dopo questo “periodo di prova” la saggezza faccia fare un passo indietro e chi di dovere riconosca i propri errori, con dignità e umiltà, correggendoli».

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