Alga rossa scomparsa dal lago di Ledro

di Paola Malcotti

Ha fatto parlare di sé negli inverni passati, e in particolare nella primavera di un anno fa, quando il lago aveva assunto un’allarmante e quanto mai tardiva colorazione rossastra. Quest’anno però, a parte una breve apparizione ad inizio novembre, la desolante e ormai fin troppo conosciuta fioritura di Planktothrix rubescens non si è manifestata in modo marcato come puntualmente avvenuto finora con l’arrivo dei primi freddi, tanto che in queste settimane lo specchio lacustre continua a regalare un’immagine di sé tutt’altro che sofferente, con acque azzurre che risaltano in modo netto sul fresco verde dei boschi circostanti.

Non pochi sono stati tuttavia coloro che, confrontando i dati dei recenti prelievi effettuati dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente con quelli dello stesso periodo dell’ultimo triennio, si sono chiesti se l’odiosa alga fosse finalmente stata vinta, o quanto meno se le azioni di contenimento dell’apporto di nutrienti a lago avessero portato a dei primi positivi risultati. L’abbiamo fatto anche noi, consultando Raffaella Canepel, dirigente responsabile del settore tecnico di Appa.

«Fermo restando che Planktothrix rubescens è un elemento presente ormai da decenni nel lago di Ledro, non si è ancora riusciti ad individuare i fattori concomitanti che portano alle fioriture superficiali nei periodi compresi tra l’autunno e la primavera - la sua risposta - Di certo, due elementi fondamentali sono la temperatura delle acque (l’alga predilige acque fresche) e la ridotta incidenza della radiazione luminosa (poiché la sua attività fotosintetica è inibita dalla forte luce), fattori che la portano in estate a posizionarsi negli strati compresi tra i 10 e i 20 metri di profondità.

Non è ancora chiaro però perché in alcuni anni vi siano fioriture e in altri no. Si può ipotizzare che al momento della circolazione completa delle acque del lago, fenomeno che avviene in autunno o in inverno, la popolazione che prima era confinata in profondità viene dispersa lungo tutta la colonna; a questo punto, il fatto che prolifichi in superficie dando luogo a vistose fioriture può dipendere dalla densità iniziale dell’alga stessa o dalle condizioni di temperatura e radiazione luminosa incidenti la superficie in quel periodo, ma non sono da escludere nemmeno i delicati equilibri tra i microelementi chimici presenti e non indagabili oppure, ancora, l’interazione tra tutti questi fattori.

Appare prematuro infine ricondurre la mancata fioritura di quest’anno agli interventi di limitazione del fosforo: è bene far presente che anche a fronte di un contenimento di nutrienti, da cui dipende la proliferazione di Planktothrix, dovranno passare circa cinque-sei anni prima che il lago risponda in termini di cambiamento della popolazione algale che lo abita. È quindi molto importante che le azioni mirate al contenimento dell’immissione di fosforo vengano messe in atto ma soprattutto protratte per tutto il tempo necessario ad avviare e sostenere questo processo». Vietato dunque abbassare la guardia, sia sui periodici controlli che sulle misure preventive già avviate.

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