Le code verso il Garda e il semaforo di Nago

Cosa c’è di più prevedibile delle code che puntualmente si vanno a formare per chilometri sulla Ss240 in direzione del lago di Garda nei giorni che precedono la Pasqua? Davvero poco

Cosa c’è di più prevedibile delle code che puntualmente si vanno a formare per chilometri sulla Ss240 in direzione del lago di Garda nei giorni che precedono la Pasqua? Davvero poco.

Da venti, trent’anni il periodo primaverile, con i suoi ponti e le sue festività, fa ormai da alta stagione per il Garda trentino e contribuisce in modo sostanziale ai record di presenze e arrivi annuali che da diverse stagioni, ormai, il nostro ambito sta inanellando. Non è certo una novità, quindi, che nei giorni precedenti la Pasqua - ancor più da quando nelle acque trentine si svolge il Meeting Internazionale di primavera di vela - migliaia di autoveicoli lasciano il casello A22 di Rovereto sud per raggiungere Torbole, Riva, le altre mete del lago di Garda.

Nella direzione del lago, in questi giorni, le code si sono registrate soltanto in un preciso tratto della Ss240, il solito. Pochi i disagi al «trivio» di Torbole, sostenibili quelli nel tratto tra Riva e e Torbole, modesti quelli lungo la Maza. Ma a Nago tutta un’altra cosa. Ieri abbiamo verificato per tre volte la situazione, memori di quanto registrato negli anni scorsi. Ancora una volta il semaforo di Nago è rimasto acceso generando, di fatto, la coda da Mori verso il Garda. Alle 11 del mattino, alle 14 e alle 16 il semaforo era acceso, senza alcun agente di Polizia locale a gestire il traffico. Il risultato è quello di tutti gli anni: quattro chilometri di code al mattino, due, tre al pomeriggio e rallentamento per tutto il tratto fino ai tunnel moriani. L’esperienza davvero a volte non insegna.

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