Guardia medica solo a Riva Valle furiosa: «Inaccettabile»

Bocciata la proposta avanzata dall'assessorato provinciale alla Salute alle sette amministrazioni comunali dell'Alto Garda e Ledro

di Paola Malcotti

La riduzione delle guardie mediche - presenti finora ad Arco, Riva e Bezzecca - da 3 a 2, con l'accentramento del servizio a Riva. È la proposta avanzata dall'assessorato provinciale alla Salute alle sette amministrazioni comunali dell'Alto Garda e Ledro, sulla scorta di quanto contenuto nelle direttive previste dal progetto di riorganizzazione sanitaria avviato in questi mesi in tutto il Trentino. La valle di Ledro però non ci sta e negli incontri che si terranno in gennaio tra i sindaci e l'assessore Luca Zeni, Renato Girardi porterà le istanze della popolazione, chiedendo che una delle due guardie mediche previste per l'ambulatorio rivano venga dislocata a Bezzecca, per dare così continuità all'assistenza sanitaria finora garantita al territorio più periferico.

«Non possiamo accettare che la Provincia basi la propria riorganizzazione facendo riferimento solo ai dati di accesso al presidio ledrense (1.095 nel 2014) - ha tuonato l'assessora alla Salute Maria Teresa Toniatti in consiglio comunale - che, sebbene ridotti, devono essere interpretati come frutto di una cultura del "non disturbare", se non in caso di assoluta necessità. L'alto afflusso che si registra al contrario durante i giorni feriali negli ambulatori dei medici di base ne è la prova. La nostra gente non può essere considerata di serie B: ha diritto a ricevere un'assistenza adeguata, al pari dei cittadini residenti nei centri maggiori!». Da qui l'approvazione all'unanimità della mozione presentata in forma congiunta dai capigruppo di maggioranza e minoranza, volta a promuovere presso l'amministrazione comunale l'avvio di qualsiasi iniziativa che possa favorire continuità a quei servizi di primaria importanza sanitaria finora garantiti alla comunità.

«Le difficoltà che si verrebbero a creare soprattutto nel periodo invernale e nelle ore notturne per gli spostamenti a Riva, le criticità della rete stradale ed i tempi di percorrenza, pregiudicherebbero quel livello minimo di cure e sicurezza che deve essere assicurato agli abitanti ed ai turisti di Ledro - concludono i firmatari - ma che non potrebbe essere garantito né con l'elisoccorso né con l'operato, seppur lodevole ed essenziale, dei volontari della Croce rossa locale; la centralizzazione del presidio di guardia medica a Riva causerebbe serie difficoltà pure nella gestione dei 60 ospiti non autosufficienti della casa di riposo "Giacomo Cis", portando all'accesso indiscriminato da parte di tutta l'utenza al Pronto soccorso di Arco. La logica del risparmio delle casse pubbliche dovrebbe essere attuata partendo dalla prevenzione e non mettendo in atto tagli indiscriminati o disservizi. Ricordiamo infine che nella recente ristrutturazione della "Casa della salute" di Bezzecca era stato investito oltre un milione di euro e che per la stessa la ex giunta provinciale aveva previsto un'implementazione di presidi sanitari. Che però Ledro non ha mai potuto avere»

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