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Bolzano inaugura la facoltà di Medicina: in inglese, in contatto con la sanità locale, gratis per chi poi rimarrà in Alto Adige

L’Alto Adige sfida Trento, risponde alla carenza di medici, guarda al futuro e si affida all’Università del Sacro Cuore di Milano: oltre 500 ragazzi alla giornata di orientamento, e fra questi anche molti trentini 

BOLZANO. Auditorium della “Claudiana”, il polo universitario delle professioni sanitarie che sorge a fianco dell’ospedale San Maurizio, gremito di studentesse e studenti - qualcuno arrivato in compagnia dei genitori o con gli insegnanti Daniela Calzi e Stefano Viero come le ragazze della Scuola per le Professioni sociali Levinas - per la presentazione dei corsi di laurea.

L’offerta spazia tra terapia occupazionale, logopedia, assistenza sanitaria, igiene dentale, infermieristica, fisioterapia, tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro. La novità però è rappresentata dalla Facoltà di medicina che partirà il prossimo anno a Bolzano.

Soddisfatto al termine della giornata delle porte aperte il direttore Guido Bocchio: «Abbiamo calcolato che sono arrivate oltre 500 persone. La speranza è che almeno una parte, dopo il diploma, scelga una professione sanitaria. Oggi abbiamo offerto la possibilità di acquisire informazioni direttamente dai nostri docenti, ma anche di parlare con gli studenti che stanno già seguendo i corsi».

La sanità ha bisogno di formare nuovi medici e soprattutto nuovi infermieri. L’alternativa è vedersi costretti a ridurre i servizi, visto che far arrivare personale da fuori è complicato per il costo della vita e per l’obbligo del bilinguismo. A fronte di una popolazione che invecchia rapidamente e quindi avrà bisogno di maggiore assistenza; ma anche di una medicina che offre sempre nuove possibilità di diagnostica e cura, si calcola che in Alto Adige manchino dai 350 ai 400 infermieri.

Per quanto riguarda i medici, ci sono già oggi 228 posti vacanti; si prevede inoltre che da qui al 2030, andranno in pensione altri 380 professionisti.

La facoltà di Medicina

Per cercare di formare in loco nuovi medici, in autunno partirà il corso di laurea in “Medicine and Surgery” che durerà sei anni; si svolgerà presso la “Claudiana”e avrà come ateneo di riferimento l’Università Cattolica del Sacro Cuore. I posti a disposizione sono una sessantina; esame di ammissione a metà maggio 2024.

Al momento dell’immatricolazione servirà un certificato di conoscenza della lingua inglese a livello B2, perché le lezioni saranno tutte in inglese. I tirocini si terranno oltre che a Bolzano anche presso atenei in Austria e Germania. La Cattolica è un’università privata e le tasse di iscrizioni sono elevate: si parla di 18 mila euro l’anno; contro una media di 3 mila degli atenei statali.

Proprio per venire incontro agli studenti e alle loro famiglie, la Provincia dovrebbe finanziare in gran parte, se non completamente, le spese. I futuri medici, da parte loro, dovranno però impegnarsi a rimanere per un certo numero di anni (in media cinque) a lavorare in Alto Adige.

Scienze infermieristiche

In campo anche le studentesse del terzo anno di Scienze infermieristiche, per parlare ai giovani che hanno partecipano all’Open day e fare in qualche modo da testimonial della facoltà.

Tra loro Elisa Pfeifer, che dopo il diploma alla scuola alberghiera, ha virato sul settore sanitario: «È un corso di laurea che consiglio. Tanto che alla fine del triennio voglio iscrivermi alla magistrale». Chi invece ha intenzione di entrare subito nel mondo del lavoro è Mikele Fejzo che ieri spiegava ai ragazzi le opportunità offerte: la prima ovviamente è quella lavorativa.

I posti per Scienze infermieristiche, messi a disposizione dalla Claudiana, sono circa 150 all’anno - per il 2023-2024 gli iscritti sono 98 - ma in media quelli che arrivano al diploma non sono più di 80-90. Per spingere le iscrizioni, la Provincia proprio di recente ha deciso di aumentare a 15 euro all’ora la “paga” per il tirocinio: sono previste 1.500 ore in tre anni, per un totale di 22.500 euro. In questo modo si cerca di arginare la fuga verso Austria e Germania, dove le retribuzioni sono più alte e il costo della vita, in particolare della casa, spesso e volentieri più basso. Tra coloro che lasciano, dopo i primi mesi, qualcuno passa ai corsi professionali per Operatore socio sanitario (Oss) e Operatore socio assistenziale (Osa): altre due figure di cui c’è sempre più bisogno per far funzionare case di riposo ed ospedali.

Fra le novità: una retta annua di 18 mila euro per ogni studente. Ma la retta sarà annullata completamente a coloro che si impegnano a rimanere in servizio nell’Azienda Sanitaria di Bolzano per almeno quattro anni dopo la laurea. E alla presentazione, molti anche i giovani trentini interessati ad iscriversi.

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