Bolzano / Il caso

Sciopero della fame per aiutare un'altoatesina 104enne: lei sogna la cittadinanza austriaca

Dall'inizio Alois Wechselberger dell'Andreas-Hofer-Bund si batte per la sua causa. È il portavoce e l'ambasciatore, della nonnina. Ora ha iniziato uno sciopero della fame. "Da domenica assumo solo liquidi e un po' di destrosio", dichiara Wechselberger. L'austriaco giustifica la decisione con il fatto che "nonostante la promessa del ministero degli Interni di Vienna di portare la causa Orian in Consiglio dei ministri entro fine di giugno, finora non è successo nulla" 

BOLZANO. "Sono nata austriaca e voglio morire austriaca". È questo il grande desiderio di Hermine Orian. La sudtirolese 104enne da tempo ha presentato a Vienna la richiesta di ricevere il passaporto austriaco. Dall'inizio Alois Wechselberger dell'Andreas-Hofer-Bund si batte per la sua causa. E', secondo la situazione il portavoce e l'ambasciatore, della nonnina. Ora ha iniziato uno sciopero della fame.

"Da domenica assumo solo liquidi e un po' di destrosio", dichiara Wechselberger. L'austriaco giustifica la decisione con il fatto che "nonostante la promessa del ministero degli Interni di Vienna di portare la causa Orian in Consiglio dei ministri entro fine di giugno, finora non è successo nulla".

Prima della pausa estiva, ci saranno solo due riunioni del Consiglio dei ministri, sottolinea Wechselberger. "Evidentemente si sta facendo ulteriore ostruzionismo sul caso Orian, puntando con delle falsità a una soluzione biologica", afferma il promotore della causa. Quella di Hermine è una delle molte storie scritte nell'Europa del Novecento. Hermine Aloisia Mair è nata il 23 aprile 1919 a Cortaccia. Il Sudtirolo all'epoca era ancora austriaco, seppur già occupato dall'esercito italiano, e solo pochi mesi dopo, con la firma dell'accordo di Saint Germain, sarebbe passato ufficialmente all'Italia. Sono ormai pochissimi i sudtirolesi nella sua situazione. Da giovane Hermine ha vissuto il dramma della seconda guerra mondiale”.

Aveva appena 13 anni quando iniziò a fare la maestra in una delle scuole clandestine, le Katakombenschulen, per insegnare - nonostante il divieto del regime fascista - il tedesco ai bambini sudtirolesi. Con il matrimonio divenne la signora Orian e poi madre di due figli. Oggi vive con uno di loro a Scena, sopra Merano, e nonostante la veneranda età è ancora in buona forma. Il caso Orian negli ultimi anni è finito più volte sulla stampa austriaca e italiana.

In passato il presidente austriaco Alexander Van der Bellen ha ribadito che per motivi costituzionali non può intervenire sulla questione. Wechselberger accusa soprattutto il ministero degli Interni di Vienna di non trasmettere il dossier al ministero degli Esteri e di bloccare in questo modo l'iter. "L’Andreas-Hofer-Bund non ha risparmiato né tempo né spese in questi due anni. Visto il trattamento di Vienna nei confronti della signora Orian in particolare e dei sudtirolesi in generale è urgente attirare l'attenzione su questa ingiustizia con uno sciopero della fame come ultima forma di autodifesa", conclude Wechselberger.

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