Commercio / Il caso

Clamoroso a Bolzano: il centro commerciale Twenty rischia la chiusura

Per tanti bolzanini (e anche per tanti trentini) il polo, con le catene dove fare acquisti a prezzi contenuti, il multisala, i fast food ha rappresentato un nuovo centro cittadino. In ansia i 500 lavoratori

BOLZANO. Il centro commerciale Twenty di Bolzano rischia una clamorosa chiusura che potrebbe lasciare sulla strada oltre cinquecento lavoratori. Il motivo? La variante urbanistica e le successive licenze rilasciate per la realizzazione dei 20 mila metri quadrati che ancora oggi costituiscono il centro commerciale di via Galilei sono state annullate in via definitiva dal Consiglio di Stato.

La sentenza del Consiglio di Stato, di per sè inappellabile, ha respinto due ricorsi presentati dalla Podini Holding Spa e dalla Twentyone srl contro il pronunciamento di primo grado del Tar di Bolzano che già aveva rilevato l'irregolarità dell'iter urbanistico seguito per l'apertura del centro commerciale.

Ad avviare il contenzioso era stato un altro colosso della grande distribuzione e cioè la Aspiag Service srl che sino ad oggi si è sempre vista respingere tutte le istanze per la realizzazione di un nuovo megastore nella zona adiacente l'attuale Interspar. Ma lo scontro tra colossi sta coinvolgendo anche l'imprenditore Pietro Tosolini (con Iniziative Methab srl) che ha avviato un nuovo procedimento autonomo davanti al Tar con udienza a fine mese.

Nel frattempo, però, il Consiglio di Stato ha confermato in via definitiva le sentenze di primo grado del Tar (la numero 157 del 2019 e la numero 104 del 2021) impugnate anche dalla Provincia autonoma di Bolzano che difendeva le scelte fatte a livello di variante urbanistica della zona prescelta.

Come detto già il Tar aveva disposto l'annullamento della variante e delle relative licenze ma il centro commerciale aveva potuto comunque rimanere attivo per effetto della sospensiva accordata in sede di appello. Ora lo scudo della sospensiva non c'è più in quanto è definitivamente caduto a seguito della sentenza di merito di secondo grado. I giudici hanno anche annullato una delibera con cui la Provincia, il giorno precedente la discussione del ricorso, aveva inteso confermare gli indirizzi contenuti nella precedente variante urbanistica che diede il via, come primo atto, alla realizzazione del progetto.

Laconico il primo commento dell'imprenditore Giovanni Podini: «Abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare e abbiamo regalato alla città un ponte costato 4,8 milioni di euro ed ora ci dicono che è tutto illegittimo. Non ho parole».

«Faremo ogni passo occorrente per garantire la continuazione delle attività di vendita nell'intera struttura commerciale del Twenty», ribadisce la proprietà.E ora? Insieme agli uffici provinciali si muovono quelli del Comune. Potrebbe spettare al sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi l'ingrato compito di ordinare la chiusura del centro commerciale e di mandare la polizia municipale a sigillarla.

«Nelle prossime ore incontreremo Kompatscher. I nostri tecnici sono al lavoro per capire a fondo le premesse della sentenza», anticipa Caramaschi.

Alcuni storcono il naso di fronte ai "templi del consumo". Ma per tanti bolzanini (e anche per tanti trentini) il Twenty, con le catene dove fare acquisti a prezzi contenuti, il multisala, i fast food ha rappresentato un nuovo centro cittadino. In ansia i 500 lavoratori del centro commerciale, e non poteva essere altrimenti.

«Non possiamo essere noi a pagare», è quello che dicono un po' tutti girando per i vari negozi che compongono i tre piani del centro. Solo alla Decathlon, tanto per citare uno dei negozi più frequentati anche dai trentini, lavorano oltre cento dipendenti.

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