Salute / Il caso

Bolzano, il virus in consiglio comunale dopo una festa, forse quattro politici contagiati

Uno solo (di Fratelli d’Italia) lo ha ammesso, ma ha negato il party. Però su Facebook spuntano le foto, subito rimosse, e il sindaco butta acqua sul fuoco: «Non è un focolaio»

BOLZANO. Tutto sarebbe partito da una festa privata. Alcuni consiglieri comunali accettano l'invito e contraggono il virus, con il conseguente rischio di averlo portato anche nell'assemblea cittadina. E' quanto accaduto a Bolzano, una delle province con il tasso di scettici del vaccino più alto d'Italia.

Da due giorni imperversa il caso dei consiglieri - non si sa bene il numero, sarebbero quattro - che sarebbero positivi al Covid. Solo uno, al momento, ha dichiarato pubblicamente la sua positività, il capogruppo di Fratelli d'Italia Marco Galateo che, sui propri social, ha però smentito di essere stato alla presunta festa incriminata. «Non partecipo ad una festa da prima della pandemia», taglia corto il diretto interessato.

Sull'argomento è tornato a parlare anche il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi. «Con un solo consigliere contagiato, perché solo uno l'ha dichiarato - ha detto - non si può parlare di focolaio in consiglio comunale».

Al momento, dunque, l'unica cosa certa è la positività di Galateo - che ha comunque preferito non rivelare se ha fatto o meno il vaccino - ma qualcosa più di voci e notizie di stampa parlano di almeno altri tre consiglieri contagiati che, almeno a detta del sindaco, non sarebbero comunque venuti a contatto con il consiglio comunale, partecipando alle riunioni in videoconferenza.

«Non hanno mai partecipato a sedute in presenza del consiglio, per cui è difficile che si siano contagiati dove non sono mai stati», sottolinea Caramaschi che ha comunque raccomandato a tutta l'assemblea a sottoporsi a tampone. Cosa che hanno fatto già in molti, postando poi i risultati (al momento tutti negativi) sulle loro pagine social, da Marco Caruso (Lega) a Roberto Zanin (Oltre).

La polemica non accenna comunque a placarsi, con l'assessore del Pd, Stefano Fattor, che tira in ballo presunte foto della festa poi rimosse da Facebook.

«La rete non perdona e qualcuno ha fatto girare le foto prima della rimozione - aggiunge -. Rimuovere le foto sembra sugellare un "patto del silenzio” tra gli invitati che può diventare pericolosissimo oltre a configurarsi come un reato. Un appello a queste persone; andate dalle autorità sanitarie e parlate, dite chi c'era, chi avete frequentato nei giorni successivi».

Uno dei consiglieri contagiati, intanto, si è messo in contatto con il sindaco, al quale ha mandato un messaggio WhatsApp. «L'erba cattiva non muore mai», il contenuto.

«Gli ho risposto augurandogli pronta guarigione e di tornare vivace come prima», la replica del primo cittadino. 

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