Kompatscher difende le zone rosse comunali «Situazione molto seria»

«Non abbiamo intrapreso una via autonoma, ma abbiamo applicato le indicazioni previste dal documento della Conferenza Stato-Regioni dell’8 ottobre »Previsione e risposta al Covid-19« che si basa su dati scientifici», lo ha detto ieri sera il governatore Arno Kompatscher ai membri dei Consiglio provinciale riuniti in videoconferenza che avevano parlato della «via altoatesina» in merito alle severe misure varate dalla Giunta provinciale.

«Inoltre il 2 novembre il ministero della salute ci ha informato che il nostro indice Rt nella settimana fra il 19 ed il 25 ottobre aveva raggiunto l’1,92 e che pertanto era necessario prendere provvedimenti e lo abbiamo fatto», ha detto Kompatscher ai membri del Consiglio. Kompatscher ha ribadito di essere in linea con quanto avviene negli altri paesi europei, dove sono state prese misure simili. Ha sottolineato inoltre che la chiusura dei negozi, non è stata effettuata perché il contagio avviene nei negozi, ma per ovviare al fatto di avere movimento nelle città.

«Oggi nella Conferenza Stato-Regioni tanti presidenti delle Regioni si sono lamentati, ma non per essere finiti in zona rossa, al contrario, per essere rimasti in zona gialla», ha detto Kompatscher per spiegare l’urgenza di misure più stringenti avvertita non solo in Alto Adige.

In videoconferenza è intervenuto anche l’assessore alla salute Thomas Widmann che ha citato diversi dati. Widman ha detto fra l’altro che in Alto Adige l’incidenza dei casi covid è di 8 volte superiore a quelli registrati in Germania. Widmann ha anche spiegato che «se siamo stati dichiarati Zona gialla, è perchè in Alto Adige fino a qualche giorno fa era ancora possibile fare il contact tracing, mentre ormai il numero esponenziale di casi ha di fatto impedito questo tipo di contenimento del contagio. Dobbiamo impedire il collasso del sistema sanitario. Sono fiducioso che se tutti ci atteniamo alle regole questo possa avvenire, così come siamo riusciti in breve tempo a contenere il contagio nel comune di Sesto in Pusteria», ha concluso Widmann. 

Il giorno prima invece Kompatscher aveva dichiarato che il governo si era basato su dati non aggiornati, e quindi largamente al di sotto della gravità della situazione attuale. Oggi «La situazione è molto seria, e le misure sono conseguenti», ha continuato Kompatscher in videoconferenza dinnanzi ai membri del Cosiglio provinciale.

«Attualmente la Conferenza Stato-Regioni fa due sedute al giorno ed è emerso che alcune regioni passeranno da giallo a rosso, il che comporta misure estreme. Bisogna evitare situazioni peggiori, vanno evitati i contatti, ci sono troppe persone che non l’hanno capito; con la citata campagna bisogna cercare di raggiungere anche queste.

La Provincia non ha voluto deviare dallo Stato, ha anticipato le misure, vista la situazione; la Germania ha un ottavo di quota di infezioni rispetto alla provincia di Bolzano, ma sta riflettendo su misure più severe. È contraddittorio accusare la Provincia di voler chiudere gli anziani e nello stesso tempo chiedere per loro una maggiore tutela, va cosiderato che nelle RSA il virus arriva da fuori. È vero che le persone ascoltando i media statali pensano che le misure valgano anche qui, e bisogna che tutti i consiglieri si impegnino a far capire che non è così, che in Alto Adige vale l’ordinanza del Presidente della Provincia, non il Dpcr, e tuttavia il decreto ristori permette un indirizzo anche nel caso di limitazione delle attività a livello provinciale», ha detto Kompatscher.

«Chi prende le decisioni ha una grande responsabilità, e gli ultimi mesi non sono stati una passeggiata in questo senso; egli è consapevole dei problemi delle famiglie, delle aziende, ma sa anche cosa succede se non si prendono misure, ‘vale a dire che muoiono persone, anche giovani: di questo un governatore deve tenere contò. Sarà giudicato sia che prenda decisioni sia che non le prenda; accetta volentieri le proposte di collaborazione, ma non è vero che lo Stato nella zona rossa permette maggiori libertà; capisce la frustrazione delle persone che vogliono chiarezza, i consiglieri possono aiutare a rispondere a tutte le domande perché le ordinanze non possono coprire tutto. Tutte le misure sono rendicontate, in parte sono finanziate dallo Stato e in parte dalla Provincia.

Tutti vogliono certezza sui ristori, ed è certa la possibilità di accedere a quelli statali: non appena ci sará chiarezza sulla relativa entità, la Provincia verificherà dove è necessario intervenire, anche se la situazione di bilancio è difficile proprio in seguito alle spese dovute alla pandemia. In quanto alle misure sanitarie, non sono inventate da Zerzer, ma frutto di confronto tra esperti, e il comitato viene consultato. Crisanti ha chiesto misure più rigide, ed è proprio ciò che ha fatto la Provincia di Bolzano.

Il presidente Kompatscher ha ringraziato per il dibattito e invitato tutti a diffondere il messaggio della necessitá di rispettare le regole basilari, oltre alle disposizioni di chiusura, comprese quelle necessarie nei comportamenti privati: davanti a certi atteggiamenti bisogna avere il coraggio di essere intolleranti, e vanno evitati i contatti sociali non necessari», così Kompatscher.

L'altroieri Kompatscher aveva firmato l'ordinanza numero 64 che riguarda tutti i comuni-cluster, ovvero quelli nei quali l'andamento dei contagi da Covid-19 rende necessaria l'adozione di misure più stringenti rispetto a quelle valide sul resto del territorio provinciale altoatesino.

In totale, i comuni interessati dal provvedimento sono 23: a quelli già oggetto di singole ordinanze, ora revocate e sostituite dal nuovo provvedimento, ovvero Laives, Sarentino, Campo di Trens, Racines, Malles, Sluderno, Gargazzone, Rasun-Anterselva, Glorenza, Tubre, e Val di Vizze, si aggiungono adesso Bolzano, Egna, Bronzolo, Vipiteno, Nalles, Vadena, Nova Levante, Ponte Gardena, Meltina, Braies, Velturno e Villabassa. Alcuni comuni "rossi" confinano con il Trentino. Siccome per il decreto di Roma l'Alto Adige è considerata zona gialla, ne consegue che negli altri Comuni non "rossi" si può andare, anche transitando per quelli "rossi" ma con l'obbligo di non fermarsi. Ad esempio: un trentino potrà per ora andare da Trento a Merano passando anche per Egna, ma non potrà scendere dall'auto a Egna.

L'ordinanza è in vigore da ieri e sarà valida sino al 14 novembre. «Lo sviluppo epidemiologico dei contagi - commenta Kompatscher - ci impone di prendere delle decisioni difficili ma necessarie. Lo facciamo con senso di responsabilità, nella convinzione che, con la collaborazione di tutti, si potrà riuscire a piegare la curva e salvaguardare la salute dei cittadini e i loro diritti, in maniera particolare per quanto riguarda la formazione e il lavoro».
Nei comuni-cluster è prevista la chiusura di tutte le scuole e di tutti i servizi di assistenza alla prima infanzia, con l'utilizzo della didattica a distanza. Inoltre, è prevista la chiusura di bar, ristoranti e della gran parte degli altri esercizi commerciali così come quella dei servizi alla persona ad eccezione di lavanderie e pompe funebri.

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