Continua il braccio di ferro sul controllo di Brennercom

Non cessa il braccio di ferro tra la società di tlc Brennercom e la Provincia autonoma di Bolzano. Ciò dopo l’annuncio, dato con un comunicato stampa della company con il quale la società aveva annunciato la cessata partecipazione della Provincia di Bolzano sulla base delle legge del 2013 che esclude gli enti territoriali da partecipazioni non istituzionali.


In una conferenza stampa, il presidente Ferdinand Willeit ha ribadito che «se in Alto Adige valgono le leggi italiane, allora la Provincia è fuori». Brennercom - ha detto Willeit, sottolineando di avere più volte inutilmente chiesto un colloquio con il governatore Arno Kompatscher - è pronta ad aprire un mutuo per comprare le quote della Provincia autonoma, stimate in 14,8 milioni di euro.
Una certa disponibilità Willeit l’ha invece mostrata su un’eventuale vendita di parti della rete.
Tra i maggiori soci di Brennercom figurano il Gruppo Athesia Spa (48,3%), la Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige (42,3%), Selfin Srl (4,2%) e l’Autostrada del Brennero Spa (2,7%).

«Ai provvedimenti assunti dal consiglio di amministrazione Brennercom manca il fondamento normativo», aveva dichiarato Kompatscher affermando «che la Provincia non avrà problemi a tutelare adeguatamente gli interessi pubblici».

Frattanto, in Trentino, il capogruppo provinciale del movimento 5 stelle, Filippo Degasperi, sollecita, in una serie di interrogazioni, la giunta provinciale alla massima vigilanza sull’utilizzo dei circa 70 milioni di fondi pubblici destinati all’implementazione della banda ultralarga in Trentino. «Le potenzialità - afferma - insite allo sviluppo dell’accesso a tecnologie di ultima generazione non vadano a disperdersi in pratiche di discutibile gestione del denaro pubblico».

Degasperi chiede anche alla giunta di fare luce su alcuni «paradossi: da un lato - osserva - abbiamo l’ad di Trentino Network, Alessandro Zorer, che dichiara che il servizio pubblico deve limitarsi ad affittare la fibra agli operatori privati, ma dall’altro abbiamo situazioni come quella di Brunico o di Brennercom in Alto Adige, dove società del tutto o a prevalenza pubblica posano la fibra e vendono il servizio».

Degasperi chiede spiegazioni anche sulla vicenda della società pubblica Ngn, costituita dalla Provincia di Trento e Telecom Italia, ma poi bocciata dall’Ue per violazione delle norme di concorrenza.
Non convince infine Degasperi il rapporto tra l’ente pubblico e gli operatori delle telecomunicazioni, ai quali fornisce la fibra ottica. «Vorremmo capire - osserva Degasperi - quanto tragga effettivamente profitto Trentino Network dagli affitti in questione. Quello che non si capisce è se l’ente pubblico stia valorizzando l’investimento fatto oppure se metta i soldi e basta».

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